





E' LA PASQUA DEL SIGNORE:ALLELUIA! CRISTO E' RISORTO.
E’ RISORTO
Alba nuova è il giorno
in cui Cristo è risorto,
nel tacito silenzio
un tempo nuovo è sorto.
Gesù lascia il sepolcro
Senza squilli di tromba,
mentre tutto intorno
gran rumore rimbomba.
L’alleluia di Pasqua
ti risuoni nel cuore,
perché, oggi, è risorto
il Cristo Signore.
Rintoccan le campane
con suono sommesso,
ma la gioia nel cuore
ridonda lo stesso.
L’angelo annunzia
a Maria Maddalena
che la morte è sconfitta
per vita più piena.
Il Maestro la chiama
col suo nome: “Maria!”.
La voce le ridona,
al cuor, armonia.
Prostrata ai suoi piedi
la solleva e comanda
d’andar dai discepoli
ai quali li manda
a dir che è risorto,
come aveva predetto,
che ha vinto la morte
a cui fu soggetto.
Sorpresi all’annunzio,
dal luogo dove stanno,
correndo, i discepoli
al sepolcro vanno.
Lo trovano vuoto,
col lenzuolo piegato
e pur anche il sudario
vicino è piegato.
La sera loro appare,
nel Cenacol riuniti,
e augurando la pace
son d’essa riempiti.
Manca solo Tommaso
che all’annunzio non crede,
se il costato e le piaghe
non tocca e non vede.
All’ottava, apparendo,
al risorto, col cuore,
Tommaso gli dice:
“Mio Dio e mio Signore”.
Alla cena di Emmaus
ai due si manifesta
e dagli altri essi tornan
col cuore in festa.
Il Risorto, oggi, dice
anche a noi che crediamo
che beati saremo
se pur non vediamo.
Auguriamoci allora
di risorger con Cristo,
per essere un giorno
nello stesso posto.
Leonforte, 12 Aprile 2020 don A. Lo Grasso
Auguri per una Santa Pasqua
di risurrezione e di vita nuova
nel Signore.
Un affettuoso e cordiale abbraccio
a tutti.
Ultimo aggiornamento (Sabato 06 Giugno 2020 17:26)
ALLELUIA: LODIAMO IL SIGNORE, CRISTO NOSTRA SPERANZA E' RISORTO.
12 APRILE – PASQUA DI RISURREZIONE DEL SIGNORE
Il « Giorno dopo il Sabato » primo giorno della settimana Gesù risorge da morte, perché con questo evento inizia una nuova creazione, che irrompe nella storia. Ma la fede de i protagonisti dell'evento è incapace di vedere la luce che brilla per l'umanità per la risurrezione del Cristo.
Tutti corrono al sepolcro, compiendo un percorso di fede, attratti dalla notizia, data da Maria di Magdala che si è recata al sepolcro, spinta dal suo amore per il maestro, desiderosa di compiere un gesto di pietà per il suo corpo, ma il cadavere di Gesù non è più dove l'avevano deposto.
Avendo visto la pietra ribaltata, corre dai discepoli portando un annunzio di tristezza: « Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto! » Ella pensa ad un furto. Pietro e Giovanni, vanno di corsa, ma senza la gioia di ciò che l'annunzio voleva dare, la risurrezione del maestro. Entrambi, arrivati, vedono i teli posati là in disparte, ma costatano solo segni di morte. Tutto sembra dire che la morte ha avuto il sopravvento. Forse anche noi abbiamo lo stesso senso di morte quando vediamo immigrati sommersi nel mare, malati che cercano pace e trovano violenza, popoli che cercano cibo e acqua e si scontrano contro leggi dell'economia che sono solo a favori degli interessi di pochi. In noi regnano spessi segni di morte, anche se siamo vivi biologicamente. I segni che i due osservano sono muti, ma Giovanni, con due soli verbi, « vide e credette », esprime l'inizio della sua fede, perché « non avevano ancora la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti ». I segni, che la fede ci propone, sono muti, se non sono letti alla luce della Scrittura, letta e ascoltata a partire dall'esperienza dell'amore di Dio, come lo fu per Giovanni che, aprendosi alla relazione d'amore con Dio, comprese l'eloquenza di quei segni, che così diventano segni del trionfo della vita del Risorto. E' al risurrezione che vince la morte
Il significato della Pasqua è tracciato in sintesi dal gioioso prefazio di questa santa messa: è il canto dell’umanità all’ « Agnello che ha tolto i peccati del mondo », che « morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato la vita ». Non sono termini vuoti, se abbiamo passato questi giorni nell’accoglienza della Parola di Dio, nella conversione che ha cambiato il cuore, nell’esperienza del perdono.
A giudizio esterno, non illuminato dalla fede e quindi superficiale, tutto sembrerebbe come prima, come sempre. Non è così per il cristiano, il quale giudica secondo la valutazione di Dio e di Gesù Cristo. Portiamo ciascuno nel cuore e nell’esistenza la certezza: « Cristo, mia speranza, è risorto ». Ma se è così, cambia tutto.
Prima Lettura: At 10,34.37-43.
Pietro riassume la vicenda di Gesù di Nazaret: non una vicenda qualsiasi ma l’esito fedele dell’annunzio dei profeti. Iniziata sotto il segno dello Spirito, svolta nell’esercizio della bontà e della potenza risanatrice e liberante, finita nella crocifissione, la vita di Gesù si è conclusa nella risurrezione. Gesù di Nazaret è costituito il Giudice universale. Adesso si tratta di aderire a lui con la fede, poiché da lui proviene la remissione dei peccati. Tutti gli uomini sono coinvolti negli avvenimenti di Gesù che la celebrazione pasquale della Chiesa ha ripreso e riproclamato solennemente, risentendo la testimonianza di Pietro e degli altri, che hanno vissuto il contatto con il Cristo terreno e con il Cristo risorto.
Quindi non si tratta di avvenimenti superati, appartenenti alla cronaca o alla storia del passato. La vita di Gesù e la sua esistenza, ci interpellano adesso, dalla nostra risposta dipende la nostra salvezza.
Seconda Lettura: Col 3,1-4.
Per san Paolo un cristiano è uno già risuscitato con Cristo. Infatti un cristiano è tale perché riceve lo Spirito Santo, che porta nel nostro cuore Gesù risorto da morte. Ma se questo è vero, dice l’apostolo, il desiderio del cristiano aspira a Gesù, glorioso alla destra del Padre. Un vincolo reale lo lega al Signore, lo nasconde in lui.
Si direbbe che la vita del cristiano ha due livelli: quello che si vede, e che non è il più vero e il più consistente, e quello che non si vede, e che invece è il più autentico ed è costituito dalla sua relazione con Gesù Cristo.
Seconda Lettura: 1Cor 5,6-8.
Il credente è una creatura tutta nuova: nessun legame, nessun lievito, dice san Paolo, deve implicarlo con la vita di prima. Il lievito significa la malizia, l’insincerità, la menzogna: in una parola, tutto quanto non costituisce la vita redenta, ma quella ancora che sta sotto la forma, il segno e la forza del peccato.
Vangelo: Gv 20,1-9.
Davanti alle prove, alle tracce che Cristo è risorto, e nonostante la parola stessa di Gesù che l’aveva preannunziato, gli apostoli fanno fatica a credere che egli è risorto da morte. Per Maria di Magdala l’hanno portato via. Se Pietro entra nel sepolcro e constata soltanto, nel discepolo che Gesù amava subito si accende la certezza della fede: dinanzi a quei segni non si limita a vedere, crede, Sarà laboriosa a nascere e a imporsi a loro la fede nella risurrezione. Poi diventerà l’irresistibile convinzione, che darà senso a tutta la missione e a tutta la vita degli apostoli, testimoni del Risorto.
E’ RISORTO
Alba nuova è il giorno
in cui Cristo è risorto,
nel tacito silenzio
un tempo nuovo è sorto.
Gesù lascia il sepolcro,
Senza squilli di tromba,
mentre tutto intorno
gran rumore rimbomba.
L’alleluia di Pasqua
ti risuoni nel cuore,
perché, oggi, è risorto
il Cristo Signore.
Rintoccan le campane
con suono sommesso,
ma la gioia nel cuore
ridonda lo stesso.
L’angelo annunzia
a Maria Maddalena
che la morte è sconfitta
per vita più piena.
Il Maestro la chiama
col suo nome: “Maria!”.
La voce le ridona,
al cuor, armonia.
Prostrata ai suoi piedi
la solleva e comanda
d’andar dai discepoli
ai quali li manda.
A dir che è risorto,
come aveva predetto,
che ha vinto la morte
a cui fu soggetto.
Sorpresi all’annunzio,
dal luogo dove stanno,
correndo, i discepoli
al sepolcro vanno.
Lo trovano vuoto,
col lenzuolo piegato
e pur anche il sudario
vicino è piegato.
La sera loro appare,
nel Cenacol riuniti,
e augurando la pace
son d’essa riempiti.
Manca solo Tommaso
che all’annunzio non crede,
se il costato e le piaghe
non tocca e non vede.
All’ottava, apparendo,
al risorto, col cuore,
Tommaso gli dice:
“Mio Dio e mio Signore”.
Alla cena di Emmaus
ai due si manifesta
e dagli altri essi tornan
col cuore in festa.
Il Risorto, oggi, dice
anche a noi che crediamo
che beati saremo
se pur non vediamo.
Auguriamoci allora
di risorger con Cristo,
per essere un giorno
nello stesso posto.
Leonforte, 12 Aprile 2020 don A. Lo Grasso
Auguri per una Santa Pasqua
di risurrezione e di vita nuova
nel Signore.
Un affettuoso e cordiale abbraccio
a tutti.
Ultimo aggiornamento (Sabato 06 Giugno 2020 17:24)
Passione, morte e risurrezione.
PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE
Come aveva predetto,
Gesu è davvero morto
e lasciando il sepolcro
e’ veramente risorto:
cosi tutto il creato
Lui ha rigenerato
or, per l’eternita’.
Avvezzo ad ogni male
fu il tempo del passato,
redento è dal sacrificio
che Cristo ha consumato,
all’ uomo peccatore
ridiede il suo candore
e il ciel gli riapri’.
Venuto nel nostro mondo
fu tra di noi il più buono,
passò facendo il bene
senza fare frastuono,
guari molti ammalati,
ciechi ed indemoniati,
che Egli incontrò.
Non tutti l’osannarono,
molti lo ebbero inviso,
perché a loro parlava
se pur con mite viso,
cosi a chi l’ accolse
e pur a lui si volse
il cuore converti.
Alla volontà del Padre
Ei fu sempre obbediente
e nei suoi terreni giorni
a Lui fu consenziente
e appeso ad una croce
soffri in modo atroce,
quel venerdì, spirò.
Chi avrebbe fatto mai
un gesto “sì “ infinito
da spendere la sua vita.
anche se un vien tradito,
così ci ha insegnato
e pur testimoniato
come bisogna amar.
Al ladrone che gli chiese,
con grande sentimento,
di portarlo nel suo regno,
vedendo il pentimento,
Gesù gli disse, allora,
che in quella stessa ora
lo porterà con sé.
Dopo aver tutto compiuto
Egli al Padre si è affidato,
e appena spirato in croce
colpito è dal soldato,
che, con colpo di lancia,
da un fianco della pancia,
il suo costato aprì.
Da esso subito sgorgò
acqua che è al sangue unita,
che insieme simboleggiano
del battesimo la vita,
che vien sempre nutrita
dalla mensa imbandita
col Corpo del Signor.
Da quel suo trono di gloria
mostrò la sua sapienza,
attirando l’umanità
espresse la potenza
di un Dio che da creatore
e d’eterno fattore
si fe’ suo redentor.
Dalla croce, infin, deposto,
stringendol Maria al cuore,
a sé lo abbraccia e il bacia
colpita dal dolore,
cosi insieme alle donne,
che sono le colonne,
fu seppellito li,
Passato il terzo giorno,
come aveva predetto,
il Padre non abbandonò
il suo Figlio diletto,
Egli uscendo dalla tomba,
senza suon di tromba,
la morte debellò.
Giungendo Maria al sepolcro,
restò ella assai turbata,
vedendo che nella tomba
la pietra è ribaltata,
mentre cerca il Signore,
con il grande suo amore,
Gesù: “Maria!”, chiamò.
La manda dai discepoli,
che sono tutti riuniti,
ma all’ annuncio di Maria
rimangono stupiti,
pensando che la donna
a vaneggiare stia,
già dal mattino, lì.
D’allora Gesù è risorto
fondando la nostra fede
per tutta la esistenza
se sempre in lui si crede:
viviam cosi nel cuore
l’amore del Signore
e in Lui risorti siam.
O tu che sei testimone
di Cristo, il tuo Signore,
vivi questa Pasqua d’oggi
con gioia e con amore,
così tu abbellirai ,
finché in terra vivrai,
tutti i tuoi santi dì.
Ultimo aggiornamento (Sabato 06 Giugno 2020 17:23)
UOMO CHE VUOI RISORGERE
UOMO CHE VUOI RISORGERE
Uomo che scruti il cielo,
le stelle e il firmamento,
perseguir tu sempre puoi,
in ogni tuo momento,
la virtù e la conoscenza
lungo tutti i tuoi dì.
Oggi tu sei alla prova
con questa calamità,
che, se fragile ti rende
nella tua umanità,
vincere tu la potrai
con buona volontà.
In questa sfida pertanto,
che in questi dì tu affronti,
persevera e resisti
con tutto ciò che appronti,
così debellerai
la pandemia fatal.
Non perdere la speranza
nel rimedio trovare
e nella ricerca puoi
con tutti collaborare:
lo spirito d'unione
buoni frutti darà.
Sentito ringraziamento
al mondo sanitario,
alle forze dell'ordine
e ad ogni volontario,
e a chi in ogni modo
prodigar si vorrà.
La Pasqua di questo anno,
che celebriam dimessa,
ci ispiri sentimenti
di rinascita promessa,
che Cristo Redentore
a tutti donerà.
Leonforte, 5 Aprile 2020.
don Nino Lo Grasso.
Ultimo aggiornamento (Sabato 06 Giugno 2020 17:22)
ALLELUIA! CRISTO E' RISORTO E HA VINTO LA MORTE.
11 APRILE – VEGLIA DI PASQUA
« Notte di grazia »: così chiamiamo questa notte di veglia pasquale.
Una veglia di ascolto, di orazione, di riti: una veglia che ci associa ai fratelli e che ci induce nell’intimo della coscienza e del rapporto personale con Dio.
Per prima cosa questa veglia sarà illuminata dal Cero pasquale, intorno al quale sentiremo il preconio o l’elogio fatto ai grandi interventi di Dio nell’umanità, che ora si compiono pienamente in Gesù Cristo. Giungiamo a dire: « Felice colpa, che meritò di avere un cos’ grande redentore! ».
Seguono diverse letture bibliche: grandi pagine a memoria e a testimonianza della salvezza. La loro proclamazione suscita la risposta del canto e della nostra preghiera, che domanda di ricevere la grazia dell’evento commemorato.
Con la certezza che Cristo è risorto celebriamo l’Eucaristia, dove è inserito il rito del Battesimo, Cresima ed Eucaristia. I tre sacramenti dell’iniziazione cristiana – Battesimo, Cresima, Eucaristia che rendono presente il mistero pasquale e ce ne fanno partecipi.
Via via che i riti sacramentali si svolgono, il primo sentimento è quello della gratitudine per il dono che già abbiamo da tanti anni ricevuto. Ne comprendiamo il significato e ne assumiamo nuovamente gli impegni, non raramente disattesi. Ma propria la Santa Settimana che sta culminando ci ha ricondotti a viverli più coerentemente, e forse a riavere la grazia perduta.
Partiamo dalla Veglia saziati « con i sacramento pasquali ». Dopo aver celebrato la carità di Dio resta da attestarla con la nostra fraternità in una comunità cristiana, a cui portare la « la gioia del Signore risorto ».
12 APRILE – PASQUA DI RISURREZIONE DEL SIGNORE
Il « Giorno dopo il Sabato », primo giorno della settimana, Gesù risorge da morte, perché con questo evento inizia una nuova creazione, che irrompe nella storia. Ma la fede dei protagonisti dell'evento è incapace di vedere la luce che brilla per l'umanità per la risurrezione del Cristo.
Tutti corrono al sepolcro, compiendo un percorso di fede, attratti dalla notizia, data da Maria di Magdala che si è recata al sepolcro, spinta dal suo amore per il maestro, desiderosa di compiere un gesto di pietà per il suo corpo: ma il cadavere di Gesù non è più dove l'avevano deposto.
Avendo visto la pietra ribaltata, corre dai discepoli portando un annunzio di tristezza: « Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto! » Ella pensa ad un furto. Pietro e Giovanni, vanno di corsa, ma senza la gioia di ciò che l'annunzio voleva dare, la risurrezione del maestro. Entrambi, arrivati, vedono i teli posati là in disparte, ma costatano solo segni di morte. Tutto sembra dire che la morte ha avuto il sopravvento. Forse anche noi abbiamo lo stesso senso di morte quando vediamo immigrati sommersi nel mare, malati che cercano pace e trovano violenza, popoli che cercano cibo e acqua e si scontrano contro leggi dell'economia che sono solo a favori degli interessi di pochi. In noi regnano spessi segni di morte, anche se siamo vivi biologicamente. I segni che i due osservano sono muti, ma Giovanni, con due soli verbi, « vide e credette », esprime l'inizio della sua fede, perché « non avevano ancora capito la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti ». I segni, che la fede ci propone, sono muti, se non sono letti alla luce della Scrittura, letta e ascoltata a partire dall'esperienza dell'amore di Dio, come lo fu per Giovanni che, aprendosi alla relazione d'amore con Dio, comprese l'eloquenza di quei segni, che così diventano segni del trionfo della vita del Risorto. E' al risurrezione che vince la morte
Il significato della Pasqua è tracciato in sintesi dal gioioso prefazio di questa santa messa: è il canto dell’umanità all’ « Agnello che ha tolto i peccati del mondo », che « morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato la vita ». Non sono termini vuoti, se abbiamo passato questi giorni nell’accoglienza della Parola di Dio, nella conversione che ha cambiato il cuore, nell’esperienza del perdono.
A giudizio esterno, non illuminato dalla fede e quindi superficiale, tutto sembrerebbe come prima, come sempre. Non è così per il cristiano, il quale giudica secondo la valutazione di Dio e di Gesù Cristo. Portiamo ciascuno nel cuore e nell’esistenza la certezza: « Cristo, mia speranza, è risorto ». Ma se è così, cambia tutto.
Prima Lettura: At 10,34.37-43.
Pietro riassume la vicenda di Gesù di Nazaret: non una vicenda qualsiasi ma l’esito fedele dell’annunzio dei profeti. Iniziata sotto il segno dello Spirito, svolta nell’esercizio della bontà e della potenza risanatrice e liberante, finita nella crocifissione, la vita di Gesù si è conclusa nella risurrezione. Gesù di Nazaret è costituito il Giudice universale. Adesso si tratta di aderire a lui con la fede, poiché da lui proviene la remissione dei peccati. Tutti gli uomini sono coinvolti negli avvenimenti di Gesù che la celebrazione pasquale della Chiesa ha ripreso e riproclamato solennemente, risentendo la testimonianza di Pietro e degli altri, che hanno vissuto il contatto con il Cristo terreno e con il Cristo risorto.
Quindi non si tratta di avvenimenti superati, appartenenti alla cronaca o alla storia del passato. La vita di Gesù e la sua esistenza ci interpellano adesso, dalla nostra risposta dipende la nostra salvezza.
Seconda Lettura: Col 3,1-4.
Per san Paolo un cristiano è uno già risuscitato con Cristo. Infatti un cristiano è tale perché riceve lo Spirito Santo, che porta nel nostro cuore Gesù risorto da morte. Ma se questo è vero, dice l’apostolo, il desiderio del cristiano aspira a Gesù, glorioso alla destra del Padre. Un vincolo reale lo lega al Signore, lo nasconde in lui.
Si direbbe che la vita del cristiano ha due livelli: quello che si vede, e che non è il più vero e il più consistente, e quello che non si vede, e che invece è il più autentico ed è costituito dalla sua relazione con Gesù Cristo.
Seconda Lettura: 1Cor 5,6-8.
Il credente è una creatura tutta nuova: nessun legame, nessun lievito, dice san Paolo, deve implicarlo con la vita di prima. Il lievito significa la malizia, l’insincerità, la menzogna: in una parola, tutto quanto non costituisce la vita redenta, ma quella ancora che sta sotto la forma, il segno e la forza del peccato.
Vangelo: Gv 20,1-9.
Davanti alle prove, alle tracce che Cristo è risorto, e nonostante la parola stessa di Gesù che l’aveva preannunziato, gli apostoli fanno fatica a credere che egli è risorto da morte. Per Maria di Magdala l’hanno portato via. Se Pietro entra nel sepolcro e constata soltanto, nel discepolo che Gesù amava subito si accende la certezza della fede: dinanzi a quei segni non si limita a vedere, crede, Sarà laboriosa a nascere e a imporsi a loro la fede nella risurrezione. Poi diventerà l’irresistibile convinzione, che darà senso a tutta la missione e a tutta la vita degli apostoli, testimoni del Risorto.
E’ RISORTO
Alba nuova è il giorno
in cui Cristo è risorto,
nel tacito silenzio
un tempo nuovo è sorto.
Gesù lascia il sepolcro
senza squilli di tromba,
mentre tutto intorno
gran rumore rimbomba.
L’alleluia di Pasqua
ti risuoni nel cuore,
perché, oggi, è risorto
il Cristo Signore.
Rintoccan le campane
oggi con suon sommesso,
ma la gioia nel cuore
ridonda lo stesso.
L’angelo annunzia
a Maria Maddalena
che la morte è sconfitta
per vita più piena.
Il Maestro la chiama
col suo nome: “Maria!”.
La voce le ridona,
al cuor, armonia.
Prostrata ai suoi piedi
la solleva e comanda
d’andar dai discepoli
ai quali li manda
a dir che è risorto,
come aveva predetto,
che ha vinto la morte
a cui fu soggetto.
Sorpresi all’annunzio,
dal luogo dove stanno,
correndo, i discepoli
al sepolcro vanno.
Lo trovano vuoto,
col lenzuolo piegato
e pur anche il sudario
vicino è posato.
La sera loro appare,
nel Cenacol riuniti,
e augurando la pace
son d’essa riempiti.
Manca solo Tommaso
che all’annunzio non crede,
se il costato e le piaghe
non tocca e non vede.
All’ottava, apparendo,
al risorto, col cuore,
Tommaso gli dice:
“Mio Dio e mio Signore”.
Alla cena di Emmaus
ai due si manifesta
e dagli altri essi tornan
col cuore in festa.
Il Risorto, oggi, dice
anche a noi che crediamo
che beati saremo
se pur non vediamo.
Auguriamoci allora
di risorger con Cristo,
per essere un giorno
nello stesso posto.
Leonforte, 12 Aprile 2020 don A. Lo Grasso
Auguri per una Santa Pasqua
di risurrezione e di vita nuova
nel Signore.
Un affettuoso e cordiale abbraccio
a tutti.
Ultimo aggiornamento (Sabato 06 Giugno 2020 17:12)