NON TI CONOSCO.
1 Aprile-Domenica delle Palme
Dal Vangelo secondo Marco (14,53-72)
Gesù davanti al sinedrio
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono
tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo ave-
va seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del
sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldan-
dosi al fuoco.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testi-
monianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trova-
vano.
Rinnegamenti di Pietro
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani ser-
ve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scal-
darsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Naza-
reno , con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non
capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo
cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti:
«Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo
i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei
uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a impreca-
re e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E
subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ri-
cordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due
volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pian-
to.
La Passione del Signore. La lettura della Passione
di Gesù secondo Marco si apre con due cene, quella di Betania (14,3-9) e quella della Pasqua
(14,22-24). Nella prima l’unzione, segno del riconoscimento messicanico, è collegata da Gesù alla
sua morte e alla sua sepoltura; nella cena pasquale, invece, Gesù accetta liberamente la sua
morte come sacrificio per la nostra salvezza. L’evangelista connette queste due rivelazioni
con il complotto del sinedrio e l’accordo tra Giuda e il sinedrio (14,1-2.10-11) e con l’annuncio del
tradimento di Giuda e del rinnegamento di Pietro (14,17-21.25-31). Questo complesso narrativo
presenta, perciò, Gesù come il Messia della croce, che muore per la nostra salvezza, ma che è
rifiutato , tradito e abbandonato. Con l’arresto (14, 43-51) Gesù è abbandonato dai discepoli che
fuggono spaventati. Frattanto la domanda sulla vera identità di Gesù che ha fatto da motivo
conduttore per tutto il Vangelo di Marco comincia a ricevere una risposta definitiva: la croce dirà
veramente chi egli sia. Durante il processo (14,52-65) Gesù per la prima volta dice chiaramente
che egli è il Figlio di Dio. In modo quasi ironico anche l’autorità romana riconoscerà la verità di
Gesù solo nella motivazione della condanna in una coreografia che richiama le apparizioni
pubbliche del re: è crocifisso il « re dei giudei ».
Di fronte alla croce, però, Marco colloca il vertice tematico del suo Vangelo: il centurione romano
per primo riconoscerà in quell’uomo crocifisso il Figlio di Dio ( 15.39).
NON TI CONOSCO
Salvami dai tradimenti, Re dei Giudei,
perché la Gogna mi spaventa
e come Pietro anch’io non oso confessarti,
raccolto attorno alla brace delle consuetudini.
Pavidamente avvinto alla convenienze
non reggo il tuo Sguardo, che trasforma
l’ortica delle menzogne nella mirra fragrante
dell’Attesa che mi scomoda,
affinché la steppa del quieto vivere
non guadagni campo. Amen