Vi farà liberi
13 APRILE
Dal Vangelo di Giovanni
Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto:
« Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei
discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà
liberi… Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete libe-
ri davvero … So che siete discendenti di Abramo.
Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia pa-
rola non trova accoglienza in voi…cercate di ucci-
dere me, un uomo che vi ha detto la verità udita
da Dio».
Gesù è chiaro: non basta ascoltare la sua Parola, dobbiamo anche restare fedeli a quanto Lui ci
dice. Dobbiamo rimanere attaccati, ancorati a questa Parola. Dobbiamo conservarla nel cuore e
viverla nella vita. La verità che mi libera non è un concetrato di idee – seppur belle – su Dio, ma è
Gesù stesso, che mai devo stancarmi di accogliere ed ascoltare, perché ha sempre qualcosa di
nuovo da dirmi.
La verità è un segreto cercato dall’uomo di ogni tempo;
c’è chi l’ha cercata nelle stelle, chi l’ha creduta presente
nella natura e chi si è fermato per pigrizia e stanchezza.
Il Vangelo ci consegna una sconcertante “ bella notizia”:
la verità che cercavi è venuta a trovarti. Incredibile, vero?
Anche i farisei e i dottori della Legge erano scettici alla
idea che quel Nazareno potesse essere la verità, e infatti
hanno cercato in tutti i modi di fermarlo, ma ad ogni os-
servazione dura dei suoi “appassionati” persecutori, il
Maestro aveva sempre una bella domanda da porre, col-
pendo sempre al centro il bersaglio.
La Verità che Gesù porta con sé è rivoluzionaria, scomoda,
pacificamente sovversiva: Dio è amore. Fino alla croce. E’
anche oltre. Solo questa verità riempie la vita.
Signore Gesù,
sulla tua parola hai chiesto quel giorno a Pietro
di gettare le reti per la pesca.
Oggi chiedi a noi di rimanere nella tua Parola,
di vivere strettamente legati a te per gustare la bellezza della libertà
che cresce in un cuore disponibile, pronto a fidarsi
di chi ha fatto della sua Parola una promessa di amore e di fedeltà. Amen
Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova,
tardi ti ho amato!
Tu eri dentro di me, ed io stavo fuori, ti cercavo qui, gettandomi, deforme,
sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te.
Mi tenevano lontano da te le creature che, pure, se non esistessero in te,
non esisterebbero per niente. Tu mi hai chiamato e il tuo grido ha vinto
la mia sordità, hai brillato, e la tua luce ha vinto la mia cecità;
hai diffuso il tuo profumo, e io l’ho respirato, e ora anelo a te; ti ho gustato,
e ora ho fame e sete di te; mi hai toccato, e ora ardo dal desiderio
della tua pace.
Ultimo aggiornamento (Martedì 12 Aprile 2011 23:06)