sete di infinito
27 Marzo
Sete di infinito
Dal Vangelo di Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse in una città
della Samaria chiamata Sicar, vicina al
terreno che Giacobbe aveva dato a Giu-
seppe suo figlio: qui c’era il pozzo di Gia
cobbe. Gesù dunque, affaticato per il
viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa
mezzogiorno. Giunse una donna samari-
tana ad attingere acqua. Le dice Gesù:
«Dammi da bere».
Allora la donna samaritana gli dice:
« Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da
bere a me, che sono una donna samari-
tana? ». I Giudei infatti non hanno rap –
porti con i Samaritani. Gesù le risponde:
« Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è
colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu a-
vresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato
acqua viva ».
Signore Gesù,
Tu, assetato da sempre,
chiedi a tutti noi:” dammi da bere!”.
Signore Gesù,
Tu sei assetato al pozzo di Giacobbe!
Tu sei assetato sul legno della croce!
Assetato in noi, assetato per noi!
Quando finiremo di cercare
sorgenti d’acqua che non dissetano?
Quando finiremo di inseguire
sorgenti screpolate che disperdono acqua?
Signore Gesù,
quando ci arrenderemo
e finalmente saliremo là nel Calvario
dove tu ci hai preparato nel tuo cuore squarciato
quel torrente di grazia che appaga ogni sete?
Sì, è giunto il tempo di lasciare,
come la Samaritana al pozzo,
tutti i nostri pregiudizi, tutte le nostre difese,
per arrenderci a Te
che dai la gioia di riprendere a vivere
e di correre a testimoniare quanto hai fatto per noi.
Amen.
Gesù ha sete e siede al pozzo, la samaritana ha sete
e va al pozzo: Dio ha sete dell’uomo e l’uomo ha sete
di Dio. Sono due desideri che si incontrano, e quando
il nostro desiderio incontra quello di Dio la vita sboc-
cia in un incontro che trasforma.
Io di cosa ho sete? E dove cerco acqua per disseta-
re il mio cuore? Spesso vado a cercare la vita in poz –
zanghere di acqua stagnante; talvolta mi bevo menzo-
gne e veleni… Ma l’amore mette sete di vita, di verità,
di giustizia. Se seguirai questa sete potrai incontrare
Cristo e i fiumi di vita che Lui ha promesso. Perché
Dio ha sete di te e il suo desiderio e farti conoscere
Il suo amore per riempirti il cuore di vita vera.
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene. (Salmo 63).
26 Marzo
Dal Vangelo di Luca
Il figlio minore ritornò in sé e disse: “Quanti salariati
di mio padre hanno pane in abbondanza ed io qui
muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli
dirò: Padre ho peccato verso il cielo e vero di te; non
sono degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami
come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e torno da suo
padre.
Al centro della scena c’è un Padre che ama i
suoi due figli : uno giovane e l’altro un po’ più
grande:nella loro storia, le nostre storie: preten-
dono di ricevere il dono, partono, sperperano, si
trovano nel bisogno, rientrano in se stessi, torna-
no, si arrabbiano…si agitano nel labirinto delle
loro contraddizioni. Il Padre, rispetta la loro liber-
tà fino a lasciare che il minore se ne vada di ca-
sa, per seguire i suoi sogni, rivelatisi alla fine de-
gli incubi da cui fuggire. Il minore, dopo l’euforia
iniziale e lo spreco ad essa legato, capisce che
l’amore di cui era circondato a casa non lo può
comprare con la parte di eredità che gli spettava.
Il più grande, anche se non si è allontanato da ca-
sa, ci vive come un estraneo e non gode né della
ricchezza né dell’amore di cui è oggetto. Entrambi
i figli devono compiere ognuno per la propria parte
un cammino di conversione, di riscoperta del vol-
to del Padre, il quale invece regala, aspetta, si
commuove, festeggia, esce per convincere…
Dio è così: stabile nella semplicità di un’incondi-
zionata fedeltà. A noi l’impegno di accogliere il
dono: quello di non fuggire o scappare dal tene-
ro abbraccio della sua Misericordia.
Padre Buono e Misericordioso,
spesso mi sono perso dietro mille illusioni e chimere…
Proprio come il figlio sperperatore,
ho cercato la felicità lontano da te,
dimenticando che senza il tuo amore io non sono niente.
Padre Buono e Misericordioso,
ti chiedo perdono per quando mi sono eretto a giudice
e ho dato per scontato di essere sempre nel giusto,
senza la capacità di comprendere il punto di vista dell’altro.
Padre Buono e Misericordioso,
perdonami per tutte quelle volte che non sono stato capace
di affidarmi completamente a te
e di abbandonarmi fiducioso nel tuo abbraccio.
Padre Buono e Misericordioso,
concedimi il dono di un sincero e sereno ritorno a casa.
Amen.
Padre, tu conosci ciò che porto dentro di me: i miei pensieri, le
mie preoccupazioni, i sogni da realizzare, ma più di tutto co-
nosci il mio bisogno di non sentirmi abbandonato da tutto e
da tutti. Accoglimi nella mia povertà e debolezza, fammi
riscoprire la gioia di essere figlio amato e mai dimenticato!
Così potrò essere nel mondo fermento di pace e di unità-
Amen.
Ultimo aggiornamento (Domenica 27 Marzo 2011 00:01)