La povertà bussa alla porta
24 marzo
Dal Vangelo di Luca
Gesù disse ai farisei: « C’era un uomo
ricco che indossava vestiti di porpora
e di lino finissimo, e ogni giorno si dava
A lauti banchetti. Un povero, di nome
Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di
piaghe, bramoso di sfamarsi con quel-
lo che cadeva dalla tavola del ricco; ma
erano i cani che venivano a leccare le
sue piaghe ».
Il povero, il ricco…chi è coperto di piaghe, chi
veste di lino finissimo… E noi, sempre tentati
di sprecare la nostra esistenza nelle abbuffa-
te, nel lusso sfrenato e nell’indifferenza verso
il grido dei fratelli più poveri. Quanta fatica a
sposare e abbracciare “Madonna Povertà”
e fare di essa la nostra Regina. L’elemosina
suona alla porta. E noi non vogliamo portare
offesa ai poveri che ci vivono accanto. Perché
tutti hanno il diritto di briciole di pane, anche
quando non è solo il pane che cercano. Aiuta-
ci tu, Gesù, che hai tanto amato i poveri. E
noi ce la metteremo tutta.
Ascoltare! L’ascolto è un senso bellissimo per coloro
che sanno apprezzare la musica, ma è anche un sen-
so misterioso. Se il ricco avesse ascoltato i lamenti
di Lazzaro, di certo non si troverebbe ora e per sem-
pre nella condizione di fallito. Il richiamo di Abramo
però è indirizzato agli ascoltatori presenti, è una
messa in guardia perché, prima che sia troppo tar-
di, aprano le porte del proprio cuore all’annunzio
del Vangelo. Gesù ci ricorda che ci può essere un
momento in cui è troppo tardi, per cui siamo invita-
ti a non cullarci sulle false sicurezze del “tanto c’è
sempre tempo”. Guardando le lancette di un orolo-
gio ci accorgiamo che esse vanno solo in una dire-
zione, non tornano mai indietro, e si dirigono ineso-
rabilmente verso un futuro che si gioca oggi, e per
giunta in casa!
Quante volte, Signore, il povero bussa alle nostre porte!
Donaci la forza di aprire a chi bussa
e di tendere con coraggio le mani a chi chiede!
Aiutaci a fare come Te,
che ti sei fatto medico e medicina
per ogni uomo ferito!
Allora anche noi andremo presso coloro
che riposano nel regno di Dio,
insieme con Abramo, con Isacco e con Giacobbe,
e che, invitati a cena, non avanzarono scuse.
Andremo là dove si trova il paradiso di delizie,
dove l’uomo che incappò nei briganti
non ha più ragione di piangere per le sue ferite. Amen.
Signore, insegnami a non guardare
solo a ciò che c’è sulla mia mensa, a non con-
siderare tutto quello che ho e che sono co-
me un una proprietà da godere in privato
senza nessuna condivisione con gli altri.
Aiutami a non chiudere il cuore nella ar-
roganza che esclude, ma aprilo verso la
compassione che sa vedere il bisogno del
fratello povero, povero di amicizia, povero
di consolazione o afflitto dalle prove della
Vita. Amen.
Ultimo aggiornamento (Venerdì 25 Marzo 2011 09:00)