20 AGOSTO – XX  DOMENICA del Tempo Ordinario.

L'AMORE DI DIO È SENZA CONFINI.

20 AGOSTO – XX  DOMENICA del Tempo Ordinario.

Nell’incontro dell’Eucaristia domenicale Cristo Signore si dona a noi con il suo Corpo e il suo Sangue. E mentre noi offriamo pane e vino, semplici doni, che la Provvidenza del Padre ci elargisce, noi riceviamo in cambio, per la potenza dello Spirito di Dio che li santifica, il dono incommensurabile della presenza di Cristo Signore, che si dona, con il suo Corpo e Sangue, come cibo e bevanda di vita: viviamo un misterioso scambio tra la nostra povertà e la sua ricchezza divina in questo banchetto in cui Dio Padre ci invita ad essere  commensali. Ecco perché è una gioia vivere la Domenica come giorno del Signore, giorno di “ringraziamento”  e di lode a Dio insieme ai fratelli per le meraviglie operate per noi. La Domenica non possiamo né dobbiamo ridurla ad un incontro superficiale o spinti solo dall’obbligo morale di adempiere ad un precetto. Bisogna viverla come incontro con Cristo nel nome di Dio Padre Creatore e Signore.

Nel giorno della risurrezione del Signore cantiamo e celebriamo anche la nostra risurrezione finale.  Questa partecipazione al banchetto eucaristico nel tempo, se vissuto degnamente, diventa caparra e anticipo del banchetto eterno del cielo. Ma da questo in contro con il Signore siamo invitati a testimoniare con le parole e le opere la gioia della salvezza, evitando di ritornare nel peccato.

Nella Colletta iniziale preghiamo dicendo: « O Padre, che nell’obbedienza del tuo Figlio hai abbattuto l’inimicizia tra le creature e degli uomini hai fatto un popolo solo, rivestici degli stessi sentimenti di Cristo, affinché diventiamo eco delle sue parole e riflesso della sua pace. Egli é Dio, e vive e regna con te… ».

Prima Lettura: Is 56,1.6-7.

E’ volontà di Dio che tutti gli uomini partecipino della salvezza preannunziata da Isaia, ma è necessario che ogni uomo aderisca  e corrisponda al suo amore  nella fedeltà, si guardi dal profanare il sabato e resti fermo nella sua alleanza: « Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi ». In questo disegno, che non è solo  per Israele, Dio lo ha posto  come strumento per tutti gli uomini. Tutti, israeliti e non, purché abbiano aderito al Signore, per essere suoi servi, che non hanno profanato il Sabato e resteranno saldi nella sua alleanza, Dio li condurrà sul suo santo monte e li colmerà di gioia nella sua casa di preghiera, perché la si chiamerà « Casa di preghiera per tutti i popoli ». Questa parola del profeta, all’avvento del Messia, si realizzerà, perché  la salvezza operata da Cristo, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, oltrepasserà i confini del popolo d’Israele e tutti, anche quelli che sono “stranieri”, gli “altri”, “gli estranei”, ma che sono importanti per Dio, potranno ricevere la grazia redentrice e sperimentare la misericordia di Dio.

Non solo quindi i poveri e i piccoli, ma è per tutti la misericordia che Dio ci dispensa, non per i nostri meriti  ma per la sua grande bontà e grazia.

Se cerchiamo nella nostra vita, diceva un padre della Chiesa in una riflessione,  gesti, sentimenti, comportamenti  che ci avrebbero fatto meritare tanto amore di Dio, non troviamo che peccati.

Seconda Lettura: Rm 11,13-15,29-32.

Paolo, con il suo impegno apostolico, come apostolo delle genti, annunzia Cristo e vuole suscitare negli Israeliti, suoi consanguinei, la gelosia per il Cristo che egli ha accolto nella sua vita come  Signore, affinché anch’essi lo accolgano. Egli si chiede: « Se il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, cosa sarà la loro riammissione se non un riavere la vita di comunione con Dio e la risurrezione dai morti? ».

Se gli uomini, scrive ai Romani, un tempo disobbedienti a Dio, hanno ottenuto la misericordia da lui per la disobbedienza degli Israeliti, ora anche questi, a motivo della stessa misericordia, possono ottenere misericordia e perdono, avendo Dio racchiuso tutti nella disobbedienza, per usare così verso tutti misericordia.

Così si manifesta l’amore gratuito di Dio, meritato per gli uomini dal sacrificio di Cristo, segno incomparabile della  misericordia divina, della sua benevolenza e pietà. Impariamo, allora, non tanto a cercare in noi meriti quanto a rendere grazie al Signore per tutti i benefici e meraviglie operate per noi, pensando come scrive Paolo che i doni e la chiamata di Dio, per tutti, sono irrevocabili.

Vangelo: Mt 15,21-28.

Nel brano del Vangelo di oggi,  anche se assistiamo all’apparente contraddizione del comportamento di Gesù, nei confronti della donna cananea, si apre un orizzonte di speranza per tutti gli uomini. Come fu per il centurione romano, anche lui  “straniero”, ma  lodato per la sua grande fede, il suo servo malato fu guarito, così avviene anche per questa donna: per la sua grande fede, la sua figlia è guarita dal demonio.

Dopo  la sua risurrezione, Gesù, inviando nel mondo i suoi discepoli, allargherà la missione della Chiesa  rivolta a tutti i popoli.

In una zona di confine tra Tiro e Sidone, nel sud della Siro-fenicia e al nord della Galilea, terra considerata impura e pagana, dove si è recato dopo una polemica con gli inviati da Gerusalemme, Gesù viene avvicinato da una donna cananea che  chiede insistentemente di intervenire a favore della figlia indemoniata.

Gesù, pur affermando di fronte agli apostoli, che gli chiedevano di esaudire la richiesta della donna  di guarirne la  figlia, di essere stato mandato per le pecore perdute della casa di Israele, tuttavia, dopo il dialogo che intratterrà con la donna, non resta indifferente davanti al dolore di quella madre per la sofferenza della figlia e accoglie la sua supplica. L’iniziale rifiuto di Gesù con la frase:“Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”, suscita nella donna, con  la  risposta  che questa da’ :“... eppure anche i cagnolini , mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”, una tale fede, che se pur sembra piccola e insignificante come una briciola, davanti a Dio è così grande da essere lodata dal Signore tanto da farle ottenere la grazia.

Il Signore Gesù ci esorta a vincere la nostra incredulità e  ad accogliere i doni che è venuto a portarci da parte del Padre, cioè la salvezza universale, la gioia della redenzione, il suo amore: doni che Egli accorda a tutti, e ciò avviene non tanto per i nostri meriti  ma per la sua grazia e la sua immensa misericordia.

Ognuno di noi sperimenta nella  vita un proprio percorso di fede, che se è vissuto con un attenta accoglienza della Parola di Dio, nell’umiltà e nel desiderio di seguire Gesù, riconoscendo  le proprie miserie, la propria pochezza e affidandosi nelle mani del Padre celeste,  potrà disporre il cuore ad accogliere la salvezza che egli ci offre.