18 GIUGNO – XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Gesù annuncia il Regno di Dio e la conversione a lui.

 

Il Signore Gesù, mandato dal Padre, è venuto a ristabilire la regalità di Dio tra gli uomini poiché  lungo la storia dell’umanità il rapporto con Dio è stato  vissuto con alterne vicende.

La Scrittura ci dice che gli uomini con la loro disobbedienza iniziale non hanno riconosciuto Dio come colui che avendoli creati e posti  nella creazione  avrebbero dovuto riconoscerlo come il creatore e Signore. Invece hanno voluto “usurpare” il posto di Dio,  cedendo alla tentazione di voler diventare come Dio e  disobbedendo a Lui.

Questa disobbedienza ha portato i mali che sperimentiamo giorno per giorno: Caino per invidia uccide il fratello Abele, con la torre di Babele, ecc. Solo Noè è trovato giusto da Dio, mentre l’umanità   perisce nel diluvio.

Nella preghiera iniziale di questa Eucaristia ci rivolgiamo al Padre celeste,dicendo: « O Padre, che hai fatto di noi un regno di sacerdoti e una nazione santa, donaci di ascoltare la tua voce e di custodire  la tua alleanza, per annunciare con le parole e con la vita che il tuo regno è vicino ».

Es 19,2-6.

Dio non dimentica l’umanità e riannoda con gli uomini l’alleanza come dopo il diluvio, chiamando Abramo, che  con la sua obbedienza a Dio sarà padre di una moltitudine di popoli e conclude con il popolo derivante  da lui, , dopo averlo liberato dalla schiavitù dell’Egitto, un’alleanza che gli ebrei avrebbero dovuto “ custodire “ nella fedeltà e « “ascoltare “ la sua voce per essere una proprietà  particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra » .

Israele sarebbe stato “un regno di sacerdoti e nazione santa”, poiché come  è santo Dio, avrebbe dovuto esserlo anche il suo popolo.

 

Rm 5,6-11

Paolo ai Romano  scrive che nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi, dimostrando così l’amore che Dio ha per noi, perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Giustificati allora per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo e salvati per opera  di lui, siamo riconciliati con Dio per la morte del Figlio suo. Paolo esorta a gloriarci in Dio per mezzo del Signore Gesù Cristo, perché per mezzo di lui abbiamo avuto la riconciliazione. Così in Cristo noi, mediante il battesimo,  siamo un popolo santo, un popolo sacerdotale, regale e profetico

Mt 9, 36-10,8.

Gesù chiama i dodici apostoli perché continuino  a svolgere con l’annunzio del Vangelo a tutti i popoli, la conversione al Regno di Dio,  che lui ha iniziato e realizzato nella sua stessa persona. Inizialmente li invia alle pecore perdute della casa di Israele, realizzando quelle opere che lui stesso ha fatto: guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni, dicendo che il regno dei cieli è vicino.

Tutti coloro che accolgono il regno di Dio, ( che noi dobbiamo chiedere al Padre celeste perché esso venga, come ha insegnato Gesù), dobbiamo farlo cresce in noi, attuando la regalità di Dio in tutti i gesti della nostra vita di figli di Dio e di discepoli di Cristo e  testimoniando davanti al mondo con parole e opere ciò che Gesù ci ha detto di fare.

Il regno di Dio è  come il piccolo seme che cresce per la forza che viene da Dio, come il lievito che fermenta tutta la massa della farina, e chiede la nostra collaborazione affinché esso venga nel cuore di tutti gli uomini.

Ultimo aggiornamento (Domenica 18 Giugno 2023 08:36)