4 GIUGNO - SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ

Quello della SS. Trinità è il primo mistero principale della fede cristiana, rivelatoci da Dio. Noi professiamo la fede in un Dio, uno e unico, in Tre Persone, uguali e distinte, ma non separate. La Teologia cristiana, accogliendo la rivelazione che Dio ha fatto, ha cercato lungo i secoli di indagarne il mistero, usando le categorie epistemologiche-conoscitive di ogni epoca, pur sapendo, ( come scrive san Agostino nel libro "De Trinitate", il quale  immagina  di vedere, sulla spiaggia del mare di Tegaste, un bambino che con un cucchiaio tenta di svuotare  tutto il mare trasportandone l’ac- qua in una buca), che   un mistero così grande non può essere pienamente compreso da una mente umana finita e limitata, quale è quella dell’uomo, nel senso di una limitatezza come coscienza delle proprie possibilità e impossibilità.

Alla Santissima Trinità – al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo – rivolgiamo sempre  la nostra preghiera di adorazione, di lode, di onore e il nostro rendimento di grazie. A questo mistero, che non deve essere creduto come  verità astratta e lontana, i cristiani  vi dedichiamo una festa tutta partico- lare, proprio perché questo mistero si è fatto vicino a noi e conclude il periodo dell’anno liturgico del mistero di salvezza che viviamo nella Liturgia dall’Avvento alla Pentecoste. E’ un mistero di relazione, di amore, comunione e intimità fra le tre Persone. La SS. Trinità è un Dio che costantemente si dona all’ uomo rendendolo partecipe di questa relazione, fino al punto di comunicarsi a lui. Il mistero di Dio ci è stato rivelato pienamente, quando  ci è stato inviato come nostro redentore Gesù, il Figlio stesso di Dio, che ci ha riconciliati con la sua morte e risurrezione e quando ci è stato inviato  « lo Spirito Santo d’amore », che ci ha  santificato. Così ci è stato rivelato « il mistero della vita di Dio », che è Trinità Santissima, anche se la sua comprensione ci  sfugge. Tuttavia l’inabitazione in noi delle tre  Persone divine, è un’esperienza, anche se ancora pur velata, verso cui siamo incamminati « nella pazienza e nella speranza »,    e tesi verso  la « piena conoscenza » di Dio « amore e vita ».

Nella Colletta dell’Eucaristia preghiamo dicendo: « Padre, fedele e misericordioso, che ci hai rivelato il mistero della tua vita donandoci il Figlio unigenito e lo Spirito d’amore, sostieni la nostra fede e ispiraci sentimenti di pace e di speranza, perché, amandoci come fratelli,   rendiamo gloria al tuo santo nome ».

Prima Lettura: Es 34,4-6.8-9

Il nostro Dio è un Dio per noi, per la nostra salvezza,  Dio di misericordia, « ricco di amore ». Nella rivelazione che Dio fa di sé per la seconda volta a Mosè ridona le tavole della Legge, poiché una prima volta il popolo  aveva deviato dalla  fedeltà  agli impegni dell’alleanza. Infatti, essendosi dato all’ idolatria e prostratosi in adorazione davanti  al vitello d’oro, fatto da Aronne, aveva attribuito ad esso l’opera della liberazione dall’ Egitto. Nonostante questa infedeltà, Dio, per intercessione di Mosè, perdona al suo popolo perché è « il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ ira e ricco di amore e di fedeltà ».Ma Mosè  sente Dio vicino e pieno di grazia, perché è un Dio che cammina in mezzo al suo popolo, che perdona le sue colpe,« anche se è di dura cervice ». Mosè davanti a Dio riconosce il peccato di tutto il popolo e chiede   che lo scelga  e lo tratti  come suo possesso. La presenza di Dio  sarà pienamente realizzata quando a camminare in mezzo a noi sarà lo stesso Figlio di Dio e, dal Padre e dal Figlio,  lo Spirito Santo sarà inviato come dono. Allora potremo Trinità Santissima, rivelata e comunicata agli uomini.

Seconda Lettura: 2 Cor 13,11-13

Nel saluto che Paolo solitamente rivolge ai cristiani nelle sue Lettere sono proclamate le Tre Persone divine della Santissima Trinità. Paolo augura che l’amore di Dio Padre, la grazia del Signore Gesù e la comunione dello Spirito Santo sia con loro. Ma questo saluto non è una astratta enunciazione del mistero trinitario: del Padre è sottolineato l’amore,del Figlio Gesù la grazia che  ha meritato per gli uomini e  dello Spirito Santo la comunione che  crea tra essi. Il mistero della Santissima Trinità ci è stato rivelato  dal Figlio, che ci ha redenti mediante la sua morte e resurrezione,  e con il dono dello Spirito ce ne ha  dato una più profonda conoscenza.  Più che  riflettere, allora, per capire, siamo chiamati ad accoglierlo e a  realizzare un  rapporto di amore con la Trinità tutta, dal momento che le Tre Persone divine sono in viva relazione con noi, come ci ha detto Gesù, perché lo Spirito fa dimorare il Padre e il Figlio nel cuore di chi è in grazia.

Vangelo: Gv 3,16-18.

Del dono di Dio all’ uomo ci parla Gesù nel suo colloquio con Nicodemo a cui svela il progetto di salvezza del Padre, che per sua iniziativa d’amore sovrabbondante, generoso e oblativo, manda il suo Figlio, consegnato per la salvezza del mondo. Questo mondo  a volte si oppone a Dio, lo contrasta e rifiuta il suo amore, mentre altre volte, riconoscendo l’uomo  il proprio stato di prostrazione, lo ricerca e si rivolge a lui. Nell’ insegnamento e nella rivelazione che Gesù fa di Dio il mondo, cioè l’umanità tutta,   è oggetto dell’amore di Dio che, avendola creata, la cerca e la attira al suo amore.

Così abbiamo saputo del Padre quando Gesù  ha detto a Nicodemo che  Dio Padre, per amore degli uomini,  ha mandato  il suo Figlio Unigenito per la salvezza del mondo e per dare loro, credendo in Dio, la vita eterna.

Il Padre, per sua libera iniziativa,  ha  affidato la missione della salvezza al Figlio, che  venuto tra noi ha assunto  e condiviso,   perché potessimo avere la vita di Dio in noi. A questa iniziativa di Dio deve corrispondere,  da parte nostra,nella fede, l’accoglienza di questo Dono del Padre, nel quale ricevia- mo la salvezza, se nella fede accogliamo le parole, le opere e i gesti di Gesù.  La fede, come affidamento a Dio e al suo progetto di salvezza realizzato in Cristo, è a fondamento della conoscenza del mistero di comunione a cui Dio ci ha chiamati. Il mistero del Padre e del Figlio appare così non come verità  difficile ad accogliersi, ma come partecipazione nostra alla vita di Dio,  vita divina, meritataci dal Figlio, morto e risorto per noi, ma che ci viene data grazie allo Spirito Santo:  infatti noi nasciamo di nuovo, dall’ alto, per virtù dello Spirito e alimentiamo questa vita attraverso i sacramenti che sono realizzati dalla terza Persona della Santissima Trinità.