15 GENNAIO –2a  DOMENICA  DEL TEMPO ORDINARIO.(Anno A)

Ci raccogliamo nel giorno del Signore per celebrare « il memoriale del Sacrificio » di Cristo. Non si tratta di un ricordo vago, di un simbolo, che tocchi e impressioni solo il nostro animo. E’ detto nell’orazione sulle offerte che alla celebrazione del memoriale  « si compie l’opera  della nostra redenzione ». Essa non è tramontata ma è presente nella verità del Corpo e del  Sangue di Cristo, che divengono convito della Chiesa, il popolo della nuova alleanza. Particolarmente di domenica incontriamo  Cristo nella liturgia e nei fratelli, e così è confermata la grazia del Battesimo, col dono dello Spirito ed è riascoltata, con cuore disponibile, la Parola di Dio. Per questo si riaccende la nostra carità reciproca. Dopo la comunione chiediamo al Signore che « nutriti con l’unico pane di vita, formiamo un cuor solo e un’anima sola ».

Nella Colletta iniziale  ci rivolgiamo a Dio dicendo:« O Padre, che per mezzo di Cristo, Agnello pasquale e luce delle genti, chiami tutti gli uomini a formare il popolo della nuova alleanza, conferma in noi  la grazia del Battesimo, perché  con la forza del tuo Spirito proclami proclamiamo  il lieto annunzio del Vangelo ».

Dio ci chiama ad essere testimoni.

Giovanni il Battista, con la sua predicazione e il suo ministero, ci invita a vivere la testimonianza del Signore: dobbiamo lasciare spazio a Cristo e non fare di noi l’oggetto del nostro testimoniare. Gesù è nato, ora spetta a noi che egli si incarni e cresca nella nostra vita.

Oggi siamo introdotti, ponendo l’attenzione su Giovanni, nella esperienza della fede, poiché egli, più che il Battista, è il testimone che annuncia il Messia, già presente tra gli uomini, l’Agnello di  Dio che toglie i peccati del mondo, il Figlio di Dio su cui ha visto discendere e rimanere lo Spirito di Dio, Colui che avrebbe battezzato nello Spirito Santo. Così egli  indirizza chi ascolta la sua predicazione a Gesù. Giovanni, oggi, ci offre la sua testimonianza cristologica, invitando anche noi a fare il nostro cammino di fede.

L’indicazione di Gesù come l’ « Agnello di Dio » , ci rimanda all’agnello pasquale dell’Esodo e all’agnello del profeta Isaia del cantico dedicato al Servo del Signore. Gesù, offrendo se stesso, nella Pasqua definitiva della sua passione, morte e risurrezione, realizza la salvezza per tutti gli uomini, liberandoli dalla schiavitù del peccato: Cristo ha assunto su di sé la pena del peccato e ne ha vinto anche le conseguenze, cioè la morte. Gesù è venuto a liberarci, oltre  che dai nostri concreti peccati, soprattutto dalla condizione di peccaminosità, dal rifiuto e ostilità del mondo verso Dio: questo è il peccato principale, origine degli altri peccati, cioè la non-fede.

Giovanni, ancora, proclamando Gesù « Figlio di Dio », esprime il vertice più alto della sua testimonianza riguardo alla identità, alla comunione  e all’intimità del Cristo con il Padre, che nel battesimo lo ha manifestato come « il Figlio amato, in cui ha posto il suo compiacimento ».

Relazione tra Giovanni e Gesù.

Giovanni, come precursore, precede Gesù nel tempo, ma è cosciente che dopo di lui deve venire uno che è avanti a lui, perché è  prima di lui. E mentre il battesimo di Giovanni annunzia la salvezza, solo quello che darà Gesù, nell’acqua e nello Spirito, la realizza, perché rimette i peccati e opera la santificazione, trasformando l’uomo nel profondo.

Prima Lettura: Is 49,3.5-6.

Isaia preannunzia che su Israele, servo del Signore, plasmato fin dal seno materno, si manifesterà la sua gloria, per ricondurre Giacobbe e riunire Israele e ancora, oltre che restaurare le tribù di Giacobbe,lo avrebbecostituito  « luce delle nazioni » per portare la salvezza divina fino all’estremità della terra. Quando Gesù verrà realizzerà  perfettamente questa realtà, poiché egli  brillerà come « Luce vera », splendore che illumina le genti e sarà di redenzione  per  tutti gli uomini. Sarà, come dice il vecchio Simeone, avendo tra le braccia il bambino Gesù: «  luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele ».

Seconda Lettura: 1 Cor 1,1-3.

Alla Chiesa di Corinto,  comunità di coloro che, redenti e credenti in Cristo, sono santificati dal Battesimo e che sono  « santi per chiamata, insieme atutti quelli che invocano il nome del Signore Gesù »,  Paolo augura grazia e pace da parte di Dio Padre e di Gesù.

Quanta stima dimostra san Paolo per i fedeli delle sue Chiese! Li chiama santi, perché santificati  da Gesù, purificati dalla colpa e ricolmati di Spirito Santo. Bisogna essere coerenti verso questo dono che Dio fa a chi si lascia coinvolgere nel mistero della salvezza attraverso  un comportamento  degno della santità ricevuta, facendo crescere così in sé la potenza di questo dono di grazia.

Dall’apostolo impariamo, ancora, un’altra cosa:  siamo chiamati a rispettare e venerare i nostri fratelli  e tutti quelli   che  fanno  parte della  comunità  della Chiesa  e della nostra  famiglia ecclesiale,per il dono di grazia che il Signore ha loro donato.

Vangelo: Gv 1, 29-34.

Giovanni, mentre battezza nel Giordano, vedendo venire verso di lui Gesù, su cui aveva contemplato lo Spirito di Dio discendere e rimanere in lui,  lo indica agli astanti come l’« Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo ». Già  in queste parole di Giovanni viene preannunziata l’immolazione del Signore, nuovo e vero Agnello  pasquale, che laverà le  colpe degli uomini nel suo sangue. Così Giovanni riconosce in Gesù colui di cui aveva detto: « Dopo di me viene un uomo  che è avanti a me, perché era prima di me », rendendolo  manifesto a Israele. Egli, avendo « contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui », testimonia  che Gesù è il Figlio di Dio e non solo uomo, indicato da chi lo aveva inviato a battezzare con l’acqua e che gli aveva detto: « Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo ».Se gli uomini  fossero: « solo lavati con l’acqua, o anche se solo ci fosse un pentimento nostro, ciò non basterebbe per essere purificati dal peccato ed essere figli di Dio.. Invece nell’acqua riceviamo veramente lo Spirito Santo  che inibita in noi » ( Mess. Di ogni giorno. Ed. Citta Nuova, Vatic., Jaca Book.)