19 GIUGNO - SOLENNITA’ DEL CORPO  E  SANGUE DEL SIGNORE.

GESÙ EUCARISTIA: PANE SPEZZATO PER LA VITA DEL MONDO.

Nella sua fedeltà il Signore, dopo aver liberato il popolo d’ Israele dall'Egitto, averlo condotto lungo il deserto, accudito, nutrito, non è venuto meno alla volontà salvifica a favore dell’uomo, pienamente manifestata in Gesù Cristo che, con il suo Corpo e il suo Sangue, nutre i credenti, realizzando un tangibile legame d’amore tra questi e il Padre.

La Chiesa del Signore, come comunità, non può dimenticare la sua dimensione comunitaria, in cui la fede è vissuta e celebrata, specie nella Eucaristia, che è il « memoriale della Pasqua » del Signore Gesù, morto e risorto. Tale memoriale  non è un semplice ricordo ma una presenza reale del Corpo e del Sangue del Signore, resa possibile dall’azione dello Spirito Santo che viene invocato. Nella celebrazione dell’Eucaristia noi offriamo il sacrificio della nuova alleanza, viene ripresentato il sacrificio della croce dove Gesù, Agnello senza macchia, s’è offerto. Nell’altare, che è anche la mensa della sua cena, noi vi attingiamo il cibo che ci sostiene lungo il « viaggio della nostra vita », in attesa di essere partecipi del convito eterno del regno celeste.

Attorno all’altare, uniti in « assemblea festosa » a rendere grazie a Dio, ci riconosciamo fratelli, perché il Padre celeste,  nel sangue di Cristo, ci ha rigenerati come fratelli e ci ha costituiti  come suo popolo, legato nella medesima fede e dall’ identica unità e carità, rappresentate nell’ unico pane  e nell’ unico calice. Noi  riceviamo nell’Eucaristia lo Spirito, che scaturisce dal Corpo di Cristo, e veniamo purificati da ogni colpa.

Tutto questo deve farci fugare i rischi di considerare la comunità in termini psicologici  o ridurla come gruppo aggregato con dimensione solo affettiva o emotiva, per colmare situazioni compensatorie nelle proprie fragilità: una tale comunità rischierebbe di produrre un gruppo di immaturi che cercano un ovattamento alla vita. Oppure percepire la comunità in termini sociologici, perché l’affermazione conciliare sulla Chiesa, come « popolo di Dio », è da intendersi in maniera teologica non sociologica, costituita con votazioni o referendum: esso è l’insieme di coloro che credono, celebrano e praticano la fede cristiana, pur con le loro fragilità.

Infine bisogna evitare un ultimo rischio che è quello di considerare la Comunità come aggregazione per eventi o iniziative di tipo organizzativo, con poco dispendio di energie e con scarsa intensità  di comunione spirituale.

Non si può parlare di comunità senza parlare di « comunione » : come relazione spirituale e di amore fraterno, che lega sia i presenti come anche coloro che per motivi svariati non possono essere presenti. La comunione trova il suo fondamento nella relazione che ognuno ha con Cristo e solo questo fa la comunità cristiana. Vi sono infatti tante forme di comunità, ma solo la prerogativa testé esposta realizza una « comunità cristiana ».

L’Eucaristia che dovesse rimanere dopo la celebrazione della Messa è presenza reale di Cristo, che realizza  la promessa di Gesù di non lasciare più la sua Chiesa. Al Cristo che è presente nel tabernacolo va quindi la nostra adorazione e il nostro culto.

Nella preghiera iniziale di questa Eucaristia ci rivolgiamo al Signore dicendo: « Signore del cielo e della terra, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, fa’ che nella partecipazione all’unico pane e all’unico calice impariamo a condividere con i fratelli i beni della terra e quelli del cielo».

Prima Lettura: Gn 14,18-20.

In questa prima lettura della Genesi viene ricordato il gesto fatto da Abramo che offrì la decima dii tutto a Melchisedek, re di Salem, sacerdote del Dio altissimo, e questi, in cambio,  offrì pane e vino e lo benedisse  dicendo: « Sia benedetto  Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano  i tuoi nemici».

Melchisedek, figura misteriosa del Vecchio Testamento, che offre pane e vino a Dio, prefigura e preannunzia l’offerta che farà il vero Sommo Sacerdote, Cristo Gesù, a cui il Padre ha conferito, nel suo ingresso nel mondo, l’incarico di Sommo Sacerdote con queste parole: « Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchisedek ». Cristo così, immolandosi sulla croce, offre se stesso come vittima e, nei segni del banchetto eucaristico, consegna il suo Corpo e il suo Sangue, in sua memoria.

Seconda Lettura: 1 Cor 11,23-26.

San Paolo, trasmettendo ai Corinti quello che ha ricevuto dal Signore, descrive ciò che fece Gesù nella notte in cui veniva tradito: « Prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, i memoria di me”», e conclude il racconto dicendo che, ogni volta che essi mangiano  questo pane e bevono al calice annunziano la morte del Signore, finché egli venga.

Quando Gesù veniva tradito ha consegnato agli apostoli, che l’hanno tramandato alla comunità della Chiesa, l’Eucaristia, cioè ha dato il suo Corpo e il suo Sangue nei segni del pane e del vino, dando anche il comando di ripetere quel gesto in sua memoria. Celebrare l’Eucaristia, Cena del Signore, in ogni tempo e luogo, significa, nella fede, essere stati presenti in quella notte in cui il Signore si offre in sacrificio e si dà come cibo e bevanda di salvezza, e partecipare, così,  della nuova ed eterna alleanza, che Dio ha reso possibile nel sacrificio in croce del suo Figlio.

Ancora. Paolo esorta i Corinzi a partecipare degnamente all’Eucaristia, da cui deriva l’impegno a fare comunione con i fratelli di fede, perché fare la comunione e poi non vivere nell’amore dei fratelli sarebbe una gravissima incongruenza: l’Eucaristia è il Sacramento in cui l’amore di Dio, manifestato in Cristo, per opera dello Spirito Santo, deve permeare la vita dei discepoli sia nel versante di Dio che in quello dei fratelli.

Vangelo: Lc 9,11b-17.Gesù, dopo aver parlato del Regno di Dio e guarito dei malati, sul far della sera dice ai discepoli di congedare la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne a cercare del cibo. Ma aggiunge: « Voi stessi date loro da mangiare ».

Poiché essi rispondono di aver solo cinque pani e due pesci, ben poca cosa per tutta quella folla, a meno che vadano a comprare viveri, Gesù dice agli apostoli: « Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa ». Quando furono tutti seduti, Gesù prende i pani e i pesci, alzando gli occhi al cielo, recita su di essi la benedizione, li spezza e li da ai discepoli perché li distribuiscano alla folla ». Tutti ne mangiano a sazietà e ne raccolgono i pezzi avanzati in dodici ceste.

Gesù invita gli apostoli a dare loro da mangiare, ma essi avvertono che non possono sfamare tutta quella gente. Così Gesù moltiplica quei pochi pani e pesci e, dopo avere reso grazie, li spezza, li fa distribuire e tutti se ne saziano.

Con questo gesto Egli prelude all’Eucaristia, che avrebbe istituito nell’Ultima Cena e affidata al ministero degli apostoli e della Chiesa, con cui avrebbe alimentato la vita eterna come aveva detto: « Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna ». Il Signore così non ci lascia con la nostra fame di vita, poiché egli ci sazia con il dono di sé  tramite il ministero dei sacerdoti, che continuano il servizio affidato agli apostoli, per la santificazione dei credenti in lui.

ATTIVITA’  PARROCCHIALI.

1) Il  giorno 19 Giugno ,  SOLENNITA’  DEL  CORPUS  DOMINI le sante  Messe saranno celebrate  alle ore 8.15 – 10.30 – 18.30.

2) Il  giorno  20  sarà celebrata la Giornata Eucaristica parrocchiale:

La SANTA  MESSA  SARA’  CELEBRATA  alle ore  18.30  presso

La Coop. ORCHIDEA, nel  Corso Risorgimento, e la PROCESSIONE  con GESÙ  EUCARISTICO  si snoderà, nella Via Vaticano, Via Giovanni Paolo II,  Via Matteotti, Via 1° Maggio, Corso Umberto, Via Torretta, Via Borsellino, Parrocchia della Catena.

Quest’anno si è scelto questo percorso, nella zona alta della Parrocchia, per evitare che la processione diventasse troppo lunga. Il prossimo anno sarà scelto il percorso nella zona bassa.

Leonforte, 17 Giugno  2022                       Il Parroco.