21 NOVEMBRE – SOLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO.

La Giornata di sensibilizzazione  per il sostentamento del Clero, quest’anno è stata celebrata la Domenica 19 Settembre.

In questa ultima domenica dell’anno liturgico, la Chiesa celebra la solennità di Cristo, Re dell’universo, la cui regalità si costruisce giorno per giorno con la grazia che, se da una parte, ci libera dal peccato, dall’altra  ci unisce a lui nella sua obbedienza al Padre. La regalità del Signore Gesù non si fonda come le potenze di questo mondo con la violenza o le armi, ma con il suo sacrificio sulla croce, perché egli « Sacrificando se stesso immacolata vittima di pace sull’altare della croce è diventato Signore » e con la sua resurrezione ha realizzato il progetto salvifico del Padre a favore dell’umanità intera.

Questo regno, fondato sulla riconciliazione dell’umanità operata da Cristo con il Padre, nelle vicende tristi e dolorose, che la storia spesso ci fa sperimentare e agli occhi di tanti, sembra che neppure ci sia presente nel mondo. In realtà è presente e vi fanno parte quelli che si uniscono alla passione di Cristo vivendo nella giustizia e nella carità,  sono disposti a donare la propria vita come il Cristo e a porsi al servizio dell’uomo nelle sua necessità spirituali e materiali, secondo il suo stile  ed esempio.

Nella Colletta di questa solennità preghiamo dicendo: « O Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, re e salvatore, e ci hai resi partecipi del suo sacerdozio regale, fa che ascoltiamo la sua voce, per essere nel mondo fermento del tuo regno di giustizia e di pace ».

Prima Lettura: Dn 7,13-14.

Il profeta Daniele, nelle visioni notturne, vede « Venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio dell’uomo » che fu presentato ad un vegliardo e gli vennero dati potere, gloria e regno. Tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano. Il suo potere è un potere eterno che non finirà mai e il suo regno non sarà mai distrutto. Nella figura misteriosa del figlio dell’uomo, i credenti in Cristo, riconoscono Gesù che, nel sinedrio,  davanti al sommo sacerdote che lo inter- roga chiedendogli: « Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto? », risponde: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo » ( cfr.Mc 14,61-62; Mt 26,63-64; Lc 22,69).E a Pilato, che gli chiede se egli è re, risponde che il suo regno non è di questo mondo, come le potenze mondane. Così Gesù proclama la sua regalità.

Seconda Lettura: Ap1,5-8.

L’apostolo Giovanni, nell’Apocalisse, riprende la visione di Daniele e le parole dette da Gesù. Dopo aver ribadito che Gesù è il « il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra», rinnova la sua fede «Colui che ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen». Continua l’apostolo scrivendo: « Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì, Amen ». A Cristo si volgeranno, riconoscendo la sua regalità, tutti gli uomini  insieme a coloro che, credenti in lui,  proprio per il suo sacrificio e il suo sangue, siamo costituiti partecipi del suo Regno:« Ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre ». Tutto questo deriva dall’amore che Dio Padre, nella sua misericordia, ci ha manifestato per mezzo del suo Figlio. Il suo regno, in cui regna la grazia, la carità, la pace, la fraternità, la giustizia, il donarsi e il servire i fratelli, non ha nulla in comune con le violenze di questo mondo, né con le potenze che opera in contrasto con questi valori. Vi partecipano quelli che si sforzano di realizzarli dandovi il loro assenso: « Sì, Amen ». Ancora. Cristo Gesù è Colui che dice: « Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene , l’Onnipotente ».

Vangelo: Gv 18,33b-37.

Gesù, a Pilato che esplicitamente gli chiede se egli è re, risponde: « Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me? ». Quando gli chiede: « Che cosa hai fatto? » Gesù gli risponde: « Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo , i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei, ma il mio regno non è di quaggiù ». E poiché Pilato desidera  la conferma della sua regalità, Gesù risponde: « Tu lo dici: io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce ».

Gesù non esita a proclamarsi re, anche se i segni della sua regalità, di cui i soldati lo hanno addobbato, lo fanno sembrare re da burla. Se agli occhi e all’incredulità umana quei segni irridono Cristo, secondo la prospettiva di Dio, a dispetto di chi lo beffeggia, incominciano a rivelare la strana dignità regale di Colui che, dall’alto del più ignominioso supplizio della croce, avrebbe attirato a sé tutti coloro che, guardandolo, si sarebbero battuto il petto. Con quella morte, « Colui che hanno trafitto » ha redento e purificato dal male l’umanità, e tratto a sé rinnovato il mondo. Per coloro che accolgono la verità di Dio e  lo amano, riconoscendolo nei fratelli, Gesù sarà, nel giudizio universale,  non un re da burla, ma il vero e unico Re dell’universo.

 

Ultimo aggiornamento (Sabato 20 Novembre 2021 11:18)