14  FEBBRAIO – VI  DOMENICA  del TEMPO ORDINARIO (B)

GESÚ É VENUTO PER LIBERARCI DALLA LEBBRA DEL PECCATO, CHE CI RENDE INSENSIBILI A DIO E AI FRATELLI.

Nell’assemblea, che si raduna per celebrare ogni Domenica la Pasqua del Signore, è presente Dio che, per mezzo del suo Spirito, ci dona nel pane e nel vino il Corpo e Sangue di Cristo Gesù, suo Figlio. L’amore del Padre e la nostra risposta di figli a questo amore ci rende commensali a questo banchetto a cui siamo invitati e non estranei. Anche ognuno di noi è tempio dello Spirito dove Dio dimora, se con « cuore retto e sincero » custodiamo la Parola di Dio e viviamo nella fedeltà alla sua volontà. Nella preghiera iniziale di questa Eucaristia chiediamo al Padre celeste:« Risanaci dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l’immagine del Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all’ opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia ».

La carità, che è « pienezza della legge », e l’accoglienza di Cristo presente nei fratelli sofferenti, poveri, oppressi, sono il segno visibile che l’amore di Dio abita in noi. Vivendo la misericordia, come compartecipazione alle sofferenze dei fratelli, diventiamo il segno dell’umanità rinnovata dall’ amore.

Prima Lettura: Lv 33,1-2.45-46.

Chi era colpito  nel corpo dalla lebbra, nella mentalità del Vecchio Testamento, doveva vivere segregato dalla comunità, portare vesti strappate e capo coperto, velato nel volto e, per evitare di contagiare  altri, doveva gridare “ Impuro! Impuro!” . E tale doveva essere considerato e doveva starsene isolato finché  durava il suo stato di malattia. Con la venuta di Cristo la guarigione dalla lebbra sarà uno dei miracoli che egli compirà  a favore di chi ne  era affetto. Chi ne veniva guarito doveva presentarsi al sacerdote per essere riammesso nella comunità dei fratelli.

Come la lebbra, nella sua materialità, rende il corpo di chi ne è colpito insensibile, specie negli  arti, al caldo e al freddo, agli stimoli , così spiritualmente possiamo dire che il peccato rende insensibile lo spirito dell'uomo alle realtà spirituali. Gesù è venuto per rendere l’uomo, affetto dalla lebbra del peccato, per cui vive come segregato nel suo mondo di male, libero dalle insensibilità alle realtà divine e alle necessità dei fratelli, riportandolo nell’ ambito della comunità di fede.

Seconda Lettura: 1 Cor 10.31-11.1.

San Paolo, scrivendo ai Corinzi, raccomanda di fare tutto, sia che mangino sia che bevano, per la gloria di Dio, perché  « se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo  dunque del Signore (Rm 17,8) ». Vivendo bene tutta la nostra vita, anche il mangiare e il bere, come anche adempiendo alla opere buone, per cui gli uomini vedendole possano rendere gloria a Dio, Paolo interpreta così, in qualche modo, il detto di Gesù del Vangelo di Matteo ( Mt 5,16). Davanti a Dio quello che conta è lo spirito e il motivo per cui si agisce: tutte le nostre giornate e l’intera vita deve essere vissuta per la gloria di Dio.

Raccomanda ancora a non essere motivo di scandalo per nessuno, né per giudei o  greci, né per la Chiesa di Dio, così da non essere di inciampo per i fratelli, siano essi credenti o non credenti.

Infine li esorta affinché ognuno non cerchi egoisticamente il proprio interesse ma quello di tutti, col prodigarsi per la salvezza di tutti. Certamente, per Paolo, questi tre aspetti della testimonianza dei credenti, molti impegnativi da raggiungere, sono possibili con la grazia  di Cristo  e avendolo come modello, come lo è lui imitatore del Signore.

Vangelo: Mc 1,40-43.

Davanti alla accorata supplica del lebbroso e la sua fede nella potenza del Signore, Gesù lo tocca e gli dice: « Lo voglio, sii purificato ». Gli intima, però, di non dire niente  a nessuno, a mostrarsi al sacerdote e a fare l’offerta per la purificazione, come era prescritto dalla legge di Mosè. Il gesto di guarigione del lebbroso, secondo la profezia messianica di Isaia, è uno di quelli che rendevano presente il Regno di Dio tra gli uomini. Ma se la guarigione del lebbroso nel corpo era segno materiale di questa presenza del Messia, Gesù  proibisce di divulgarlo, perché la vera liberazione “ dalla lebbra del peccato ”, non era ancora stata attuata, poiché  solo con la sua morte e risurrezione l’uomo sarebbe stato totalmente rinnovato. Le guarigioni che Gesù compie nei corpi di coloro che si rivolgono a lui, come anche di coloro che lo cercano « venendo a lui da ogni parte », sono tutte segni e anticipazioni della guarigione spirituale e totale  che il Cristo  avrebbe compiuto per l’intera umanità.

 

GIORNO   17  FEBBRAIO, MERCOLEDI’  DELLE  CENERI, INIZIA LA QUARESIMA, LA CELEBRAZIONE DELL’IMPOSIZIONE DELLE  CENERI

INIZIERA’ ALLE  ORE  19.00.

N.B. MERCOLEDI’  delle CENERI, è GIORNO  DI DIGIUNO (per coloro che hanno dai 18 ai 60 compiuti, non ne sono moralmente obbligati chi avesse problemi di salute )e  ASTINENZA DALLE CARNI (vale per coloro che hanno dai 14    anni in poi, ma anche i bam-bini possono abituarsi a compiere questi gesti di vita cristiana  quaresimale).