13 DICEMBRE - III DOMENICA DI AVVENTO - « GAUDETE ».
A Natale il mistero della salvezza viene ricordato e vissuto realmente, perché nella fede il Cristo nasce nei nostri cuori e lo concepiamo spiritualmente.
La grazia della sua venuta si rinnova per noi: a seconda della disponibilità interiore a volerci far coinvolgere da Gesù, il salvatore, venuto a liberarci dal peccato. Ogni Natale deve essere segno della seconda venuta del Signore nella gloria, quando dobbiamo accoglierlo vigilanti e con cuore puro e generoso.
Nella Colletta preghiamo dicendo: « O Dio, fonte della vita e della gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti, e portiamo a tutti gli uomini il lieto annunzio del Salvatore ».
Prima Lettura: Sof 3,14-17.
Il profeta esorta la figlia di Sion a rallegrarsi ed esultare perché il Signore ha revocato la sua condanna e ha disperso i suoi nemici. Il Signore è il re d’Israele e Gerusalemme non deve temere nessuna sventura, per cui non deve scoraggiarsi e abbattere, perché il Signore è in mezzo ad essa come salvatore potente. Egli gioirà per essa e gli rinnoverà il suo amore, esultando per lei con grida di gioia.
Se la Parola del profeta, allora, si rivolgeva a Gerusalemme, ora essa è rivolta alla Chiesa e ad ogni singolo fedele. La tristezza può essere presente nella nostra esistenza quotidiana, per tante situazioni di difficoltà: per la salute, per la precarietà, per le intime sconfitte, gli insuccessi e le umiliazioni. Ma se pensiamo che il Signore che viene ci dona la sua gioia, portandoci il perdono Padre e la riconciliazione con lui, allora anche per noi è annunziata la gioia, come disse l' angelo ai pastori: « Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto io popolo: oggi, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore ». E il profeta ci ha detto: « Il Signore tuo Dio, in mezzo a te, è un Salvatore potente .
Seconda Lettura: Fil 4,4-7.
Anche San Paolo, scrivendo ai Filippesi, li esorta ad essere sempre lieti nel Signore, e a mostrare a tutti la loro amabilità, perché il Signore è vicino.
Ancora. Li esorta a non angustiarsi per nulla e in ogni occasione facciano presente a Dio le loro richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. Allora la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, li custodirà nei loro cuori e nelle loro menti in Cristo Gesù, perché gli angeli alla nascita del Salvatore cantarono : « Gloria a Dio e pace agli uomini, che egli ama ».
Vangelo: Lc 3,10-18.
Giovanni il Battista, precursore di Gesù, predica nel deserto del Giordano la conversione del cuore per la prossima venuta del Messia. Le folle che accorrono a sentirlo gli chiedono cosa devono fare. Egli risponde: « Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto ».
Ai pubblicani dice: « Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato » e ai soldati che lo interrogano: « Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe ». Tra il popolo che è in attesa tutti si domandano in cuor loro se Giovanni non sia il Messia. Egli risponde: « Io battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile ».
Giovanni nella sua predicazione si prefigge di preparare tutti alla imminente venuta del Messia, e invita a dividere con gli altri, specie con i poveri, ciò che ognuno può avere a disposizione, ad osservare la giustizia, a rispettare il prossimo e non maltrattarlo. Per lui era urgente mettere in pratica quegli avvertimenti perché sarebbe venuto Gesù e con lui lo Spirito che purifica i cuori e brucia come il fuoco tutto quello che non è buon grano, ossia tutte le opere di male. Per questo il Natale che celebriamo è insieme un avvenimento che ci deve far sperimentare la misericordia di Dio, farci vivere rinnovati dalla grazia, praticare le opere di giustizia e di fraternità che ci rendono graditi al Signore e farci essere vigilanti nell’attesa di incontrarlo quando verrà a chiamarci per il suo giudizio.