21 DICEMBRE – IV DOMENICA D’AVVENTO.

Dio mantiene la promessa della salvezza dell’umanità e la realizza.

In questa Domenica, solo nell’ascolto della Parola di Dio, nell’obbedienza della fede e nell’adesione alla volontà di Dio, possiamo ricevere e vivere la grazia del Natale del Signore. Maria che concepisce nel suo grembo, per opera dello Spirito Santo, il Figlio dell’Altissimo, il quale così assume la nostra carne mortale, diventa il nostro modello per concepire anche noi, nello Spirito e nella fede, il Cristo, che si rende presente con i suoi sentimenti. Tutta quanta la Chiesa è chiamata a portare in tutto il mondo il Signore e a donarlo a tutti con la testimonianza delle opere. Il Signore sceglie tra gli umili i suoi « servi per portare a compimento il disegno della salvezza ».

Come preghiamo nella Colletta di questa Domenica  chiediamo ancora al Signore di concedere « alla sua Chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull’esempio di Maria accolga il Verbo della vita e si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile »

Prima Lettura: 2 Sam 7,1-5.8-12.14-16.

A Davide, che vuole costruire una casa al Signore, il quale gli ha dato  riposo  da tanti suoi nemici all’intorno, Dio per mezzo del profeta Natan fa sapere che non sarà tanto lui a fargli una casa, quanto sarà Dio stesso a dargli un regno, rendendo stabile la sua casa, dopo averlo preso dai pascoli, per farlo capo del suo popolo Israele. Dopo aver ricordato che il Signore è stato presente dovunque e in qualunque cosa Davide si sia messo, distruggendo i suoi nemici, il Signore gli promette di rendere il suo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra, di stabilire e piantare il suo popolo Israele in un luogo perché vi abiti e non tremi più  e i malfattori non lo opprimano come per il passato …. di  dargli riposo da tutti i suoi nemici. Infine promette che, quando egli si sarà addormentato con i suoi padri, gli  avrebbe suscitato un discendente dopo di lui, uscito dalle sue viscere, a cui avrebbe reso stabile il regno. Per questo germoglio di Davide Dio gli sarà padre  ed egli gli sarà figlio.

Seconda Lettura: Rm 16,25-27.

San Paolo scrivendo ai Romani rende gloria a Dio, il solo sapiente, che ha il potere di confermarli « nel Vangelo che annunzia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunziato a tutte le genti perché giungano all’ obbedienza della fede ». Anche oggi sono attuali queste parole che suscitano in noi la gioiosa sorpresa: il Natale di Cristo è un mistero che, coinvolgendo l’ uomo nella  obbedienza  della fede a imitazione della fede di Maria, che con la sua adesione alle parole dell’angelo lo ha concepito e dato alla luce, deve essere portato a conoscenza di tutte le genti, perché Gesù sia concepito e nasca nei nostri cuori  con i suoi sentimenti.

Vangelo: Lc 1,26-38.

La Beata Vergine Maria, la sempre amata da Dio e per questo piena di graziaall’ annunzio dell’arcangelo Gabriele, che le manifesta la volontà di Dio a divenire la madre del Figlio dell’Altissimo, rimasta turbata perché non conosce ancora uomo, ma confortata dall’opera dello Spirito Santo che l’avrebbe adombrata, risponde con il suo “sì”, professandosi la “serva del Signore”, l’ancella della Parola. Dice sant’ Agostino che Maria, per la sua fede,  concepisce verginalmente il Figlio di Dio e di conseguenza nel suo seno, ponendosi così come nuova Eva, in antitesi con colei che ci ha coinvolti nella disobbedienza antica. Così  in Cristo, che  si incarna nella nostra storia per la salvezza degli uomini, Dio porta a compimento la  promessa antica, reiterata nelle parole dei profeti dell’Antico Testamento, che la “stirpe della donna”, il Messia, figlio di Davide, l’atteso d’Israele,  avrebbe sconfitto con la sua morte e la sua risurrezione lo spirito del male.

In Gesù, allora, Dio realizza la manifestazione di sé all’ uomo e  una maggiore conoscenza del Signore da parte dell’uomo. La nostra storia diventa il luogo dove Dio intreccia di nuovo il rapporto reciproco d’amore tra Lui e l’umanità per la salvezza dell’uomo, realizzando così la promessa antica: tutto questo avviene per mezzo del suo Figlio mandato tra noi: « Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio non per condannare  il mondo ma per salvarlo », come dice Gesù a Nicodemo.