7 DICEMBRE  -  IIa DOMENICA D’AVVENTO.

L’uomo, dopo la colpa originale, non è stato abbandonato a se stesso, nella propria condizione di peccato, ma  l’amore di Dio ha ridato all’ uomo la vita divina. Nel  Natale noi ricordiamo e rinnoviamo la memoria della nascita di Gesù, che ci ha riportato nella condizione di essere in comunione con il Padre celeste. L’evento che ci apprestiamo a celebrare deve invogliarci a purificare il cuore e imparare a vivere con la « la sapienza che viene dall’ alto ».

Se manca questa disponibilità interiore, la festa del Natale sarebbe ancora una volta una occasione sprecata dietro la ricerca di situazioni più o meno estranee al vero senso del nostro coinvolgimento al mistero del Cristo, che si fa uomo per fare  un meraviglioso scambio tra la nostra natura assunta da lui e la sua vita divina ridonata a noi.

Il Natale, allora, deve porci nella ricerca  dei beni celesti. E Gesù, che nasce tra noi è il più grande bene che può venirci dall’ alto: è Dio che si fa piccolo per noi.

Nella preghiera della Colletta, chiediamo a Dio, che, agli uomini pellegrini nel tempo, nell’ attesa della terra e dei cieli nuovi, egli parli al loro cuore, « perché in purezza di  fede e santità di vita possiamo camminare verso il giorno in cui manifesterà pienamente  la gloria del suo nome ».

Prima Lettura:  Is 40, 1-5.9-11.

Al popolo in esilio a Babilonia Dio annunzia per bocca del profeta che la tribolazione che lo affligge è compiuta, la sua pena è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati, la liberazione e il ritorno alla patria sono prossimi. Ma deve essere preparata nel deserto la via per la venuta del Signore, ogni ostacolo deve essere eliminato : « Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno ». Con forza il profeta deve annunziare in Sion e alle città di Giuda la lieta notizia: « Ecco il vostro Dio! Ecco il Signore Dio viene con potenza … Ecco egli ha con sé il premio e la ricompensa lo precede. Come un pastore fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna, porta gli agnelli sul petto e conduce dolcemente le pecore madri ». Anche noi siamo in esilio e in schiavitù per i nostri peccati e la sua venuta per gli uomini è motivo di gioia, perché da lui siamo liberati e radunati  come un gregge attorno al Cristo. Il Natale ripete allora la grande gioia che l’ angelo augurò  ai pastori: « vi annunzio una grande gioia, oggi è nato per voi un Salvatore: Cristo Signore ». Ma  se rimaniamo nei peccati questo lieto annunzio non trova risonanza nei nostri cuori.

Seconda Lettura: 2 Pt 3,8-14.

L’apostolo Pietro esorta i cristiani, ricordando che il Signore verrà e non ritarda a compiere la sua promessa e, nella sua magnanimità, non vuole che nessuno si perda ma che tutti abbiano modo di pentirsi,  a vivere « la propria vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate  e affrettate la venuta del giorno del Signore … noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo  nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia ».

Gli anni della nostra vita, per quanto possano sembrare molti, sono davanti a Dio come un soffio. Quasi non ce ne accorgiamo quando tutto è sereno mentre, nei momenti delle tribolazioni, invece,  sembra che non passino mai. Per Dio, che è l’eterno presente, la sua venuta per noi è d’improvviso, come ci dice Gesù. Non lasciamo passare invano i giorni che egli ci concede nella sua magnanimità e pazienza, perché vuol darci il modo di pentirci e di non perderci. Non leghiamo  troppo il nostro cuore, come se fossero eterne, alle cose terrene passeggere e che si consumano in un istante alla fine della nostra esistenza terrena. Dio ci prepara una stabile dimora nei cieli e che noi dobbiamo aspettare, vivendo, come ci dice  san Pietro, nella santità della condotta e secondo la giustizia di Dio, senza colpa e senza macchia.

Vangelo: Mc 1,1-8.

Giovanni il Battista, profeta e precursore, annunzia la prossima venuta di Gesù nel deserto della Giudea e invita, con il suo esempio e la parola,   i giudei a preparare il loro cuore per accoglierlo. In questo tempo di Avvento anche per noi risuona la sua voce che invita a « Preparare la via del Signore e raddrizzare i suoi sentieri », a cambiare la nostra mentalità, perché Gesù in questo Natale nasca nei nostri cuori. Se la nostra condotta di vita sarà più conforme a quella di Gesù, umile e povero, a quella di Giovanni testimone penitente,  più caritatevole verso i fratelli,  in cui Gesù si identifica, più dedita alla preghiera e scevra da egoismi  e da superbia, allora il Natale sarà veramente una tappa della nostra vita in cui la pace che Gesù, principe della pace, ci porta, sarà l’esperienza più bella che potremo vivere nella nostra esistenza. Lasciamoci coinvolgere dallo spirito di Cristo e il mondo allora avrà cieli nuovi e terra nuova fin da questa terra.

Ultimo aggiornamento (Sabato 06 Dicembre 2014 20:08)