3 Novembre – 31a Domenica del Tempo ordinario.

   Conversione di Zaccheo nella gioia.

 La vita pubblica di Gesù è un lungo viaggio  che egli compie verso Gerusalemme, dove affronterà la sofferenza, la morte in croce e la resurrezione. Prima di giungere a Gerusalemme Gesù passa per Gerico e incontra un uomo di nome Zaccheo, pubblicano e sovrintendente degli esattori. E’ un cittadino ricco, ma anche odiato dalla gente.. Dall’incontro con Gesù egli inizia la sua storia di conversione che non sarà solo spirituale, ma che si attuerà anche nella  solidarietà verso i poveri e coloro che ha defraudato.

La parola di Dio, oggi, ci fa comprendere che Egli scommette sulla vita di tutti gli uomini,  anche su coloro che non se ne sentono degni,  convinto, come è,  che in ogni uomo vi è una grande possibilità di bene.

 Gesù arriva a Gerico e incontra Zaccheo.

Per i discepoli, come anche per coloro che lo conoscono,  Zaccheo è un pubblicano, ritenuto per questo, come tutti i pubblicani, peccatore. E’ anche un uomo ricco. Dei ricchi Gesù aveva detto che è difficile per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio! E che è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio.

Ai discepoli  che  sconcertati gli chiedono: « Ma allora, chi si può salvare? » Gesù risponde dicendo che « Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio » (Lc 18,24-17). Ecco che sotto i loro occhi sta per compiersi il miracolo di quanto Dio possa realizzare nel cuore di  quel peccatore.

Gesù,  passando per le vie di Gerico, pur accalcato dalla folla, scorge Zaccheo  che, forse per curiosità, per aver sentito parlare di lui, o perché spinto interiormente,  essendo piccolo di statura,si è arrampica-to su un sicomoro per vederlo passare.

 Gesù lo guarda e i loro occhi si incrociano. Zaccheo forse si aspetta uno sguardo severo, di duro rimprovero, così come solevano fare i profeti per richiamare i pubblici peccatori nel nome di Dio. No! Gesù, rivolgendogli la parola,  gli dice: « Vieni giù, perché voglio entrare in casa tua ».

 Il ricco Zaccheo è come il cammello che passa per cruna di un  ago.

Zaccheo, alla richiesta di Gesù di essere ospite in casa sua, scende subito  e con gioia  lo accoglie in casa, lo invita a mensa.  A tavola Gesù entra festosamente nel suo cuore e nella sua esistenza. Gli scribi e i farisei mormorano e pensano che Gesù più che essere dalla parte degli sfruttati  sta dalla parte degli sfruttatori e dei peccatori. Ma non è Gesù che passa dalla parte di Zaccheo, è questi che passa dalla parte di Gesù, accogliendo il suo invito alla conversione e sperimentando così la misericordia di Gesù, che lo invita a ritornare nella casa del Padre. Davanti alla folla e ai discepoli stupiti si compie il miracolo di cui aveva parlato Gesù, cioè dell’impossibilità che  un ricco si converta, come è impossibile che un cammello passi per la cruna di un ago. Ma Zaccheo si  converte perché « nulla è impossibile a Dio ».

 Così’ Gesù, come il pastore della parabola, lascia i novantanove giusti per andare in cerca della pecora che si è smarrita. E’ Gesù che ci cerca quando ci allontaniamo da lui. Anche oggi, si rinnova il prodigio della conversione,  del ritorno a Dio e alla fede di tanti  uomini,  in cui  difficilmente avremmo immaginato avvenisse.

 Zaccheo vuole essere più che giusto.

In Zaccheo,  capo dei pubblicani, avviene un cambiamento radicale nel modo di rapportarsi con il denaro, con i poveri, con coloro che ha defraudato. Nella tradizione ebraica, secondo la Legge, la mas-sima offerta a favore dei  poveri era dare un quinto dei propri beni. mentre quando si trattava di furto la Legge imponeva la restituzione del doppio.

Zaccheo invece promette solennemente a Gesù che avrebbe dato ai poveri la metà e a chi fosse stato defraudato avrebbe restituito il quadruplo. Così, la carità di Zaccheo  supera la giustizia e le prescrizioni della Legge. Dona a chi è nel bisogno senza elemosinare,  generosamente.

La conversione deve implicare una verifica concreta del proprio cambiamento di vita, manifestando la propria novità di vita attraverso la solidarietà effettiva verso i poveri.

Prima Lettura: Sap 11,22-12,2.

Dio ama le creature; non le disprezza;  esercita la sua potenza attraverso la compassione; in particolare verso l’uomo ha un atteggiamento di perdono. E’ paziente, non interviene implacabilmente subito a castigare, ma aspetta che il peccatore creda e si penta. E’ già presente nell’Antico Testamento  un messaggio di perdono, e quindi un Vangelo che annunzia ed elargisce misericordia.

Seconda Lettura: 2Ts 1,11-2,2.

Dio ci ha chiamato alla salvezza; ma  bisogna che la chiamata sia poi portata a compimento, e per questo è necessaria una continua grazia del Signore, che sostenga la nostra volontà, così facile ad affievolirsi e a deprimersi, e  che la faccia maturare nelle opere.

E’ la ragione per la quale san Paolo accompagna con la preghiera la vita della sua comunità di Tessalonica.. Solo così si può essere preparati alla venuta del Signore, la quale però non deve agitare, né essere ritenuta cronologicamente imminente come qualcuno va dicendo. Certo il Signore può apparire in ogni momento, e appare effettivamente in ogni momento; ma non si tratta di fare noi calcoli ma di essere sempre pronti.

Vangelo : Lc 19,1-10.

Zaccheo è scorto da Gesù, chiamato, e richiesto di ospitalità. E’ un pubblicano, un uomo ritenuto non molto raccomandabile. La chiamata è subito conversione, impegno di una vita nuova, riparazione del male compiuto. E’ il miracolo di Cristo, che si fa ospite del peccatore, e lascia dire le critiche di chi non ha capito il mistero della misericordia, che è il mistero stesso di Dio. Zaccheo è salvato, e così in lui Cristo realizza la ragione della sua venuta: salvare chi è perduto, offrire il perdono a chi è in colpa. Per parte sua Zaccheo è inondato di gioia: non c’è nella sua vita gioia più intima, più grande, di quella di santire che il peccato è perdonato e che inizia l’amicizia con Cristo.