15 Settembre – 24°a  Domenica Tempo Ordinario.

Riconoscere e accogliere la  misericordia di Dio.

 Oggi siamo chiamati a riflettere sulla misericordia di Dio, sul dono del suo perdono e sulla conversione dell’ uomo al suo amore. Le parabole che il Vangelo ci invita a riflettere sono le più significative sulla misericordia di Dio e sulla fede cristiana, come religione che, secondo l’insegnamento e l’opera di Gesù, continua il recupero dei peccatori all’amore del Padre.

Per Gesù una sola pecorella smarrita, anche se le novantanove non sentono  bisogno di conversione e di perdono,  giustifica la sua opera di salvezza, perché per Dio l’una vale molto, per essa si mette alla ricerca  e non torna a casa  finché non la ritrova. Allora, l’uomo più che sentirsi  cercatore di Dio, così come è stato solito fare, dovrebbe riconoscere che è cercato da lui,  Non siamo noi che andiamo in cerca di lui, ma è Dio, che ci ha amato per primo, a cercare noi, tutta quanta l’umanità, rappresentata dalla pecorella smarrita, dal figlio prodigo e dalla dramma perduta. Egli ci attende, come il padre della parabola, prima ancora che noi ci risolviamo a ritornare a lui. Anzi, prevedendo il nostro pentimento  e il desiderio di ritornare, ci attende e prepara la festa del ritorno: è l’amore paterno di Dio, la sua misericordia, l’amore di una madre che ama il suo bambino.

 Le parabole del perdono

Le parabole della misericordia di Dio  ascoltate oggi ci dicono che Gesù, attraverso la sua Comunità con gli apostoli a capo,  continua l’opera di ricerca e di salvezza dell’uomo peccatore, smarrito nelle vie del male e del peccato, esposto a pericoli mortali per la sua vita morale e spirituale. Il pastore che cerla la pecorrella, ritrovatala, se la pone sulle spalle e pieno di gioia  ritorna a casa per far festa con gli amici; il padre riabbraccia il figlio che ha lungamente atteso, lo riabilita nella sua dignità di figlio e ordina di far festa per averlo riavuto sano e salvo.

Gesù se, da parte sua, manda la Chiesa e i suoi apostoli ad annunziare il regno di Dio e la conversione di tutti gli uomini, dall’altra essi devono, all’interno della Comunità dei credenti, recuperare coloro che, smarritisi nelle vie del male e del peccato, ritornano pentiti a Dio.

La parabola del “Padre misericordioso” o del “Figlio prodigo” ci mostra l’infinito amore del padre celeste, la sua tenerezza verso quel figlio che, allontanatosi dal suo amore, è stato attratto da un sogno di falsa libertà e autonomia. Il figlio, a sua volta, pentito non tanto per aver dato dispiacere al padre quanto per non avere più nello stato di miseria quello di cui godono i servi nella  casa paterna,  viene ugualmente riaccolto con gioia, riabbracciato dal padre, che  non fa calcoli e distinzioni.

Così Gesù ha voluto mostrare il vero volto di Dio, Padre misericordioso, disposto a riabbracciare l’uomo peccatore che, ritornato pentito al suo amore, viene riammesso nella sua dignità filiale. Dio vuole solo il vero bene dei suoi figli dimostrandosi pronto a perdonare nonostante i nostri rifiuti, le nostre infedeltà, i nostri smarrimenti. Il perdono di Dio, attraverso il sacramento della riconciliazione ci riabilita, se bene vissuto, nella piena comunione con Dio e la sua Chiesa, anche se non sono escluse altre vie attraverso le quali Dio può accoglierci nel suo abbraccio di misericordia.

 Il potere del perdono dato da Gesù risorto alla sua Chiesa.

Gesù risorto apparendo agli apostoli dà loro pieni poteri per il perdono da dare ai fratelli: « Soffiò su di loro e disse: “ Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati” » (Gv.20).

Il sacramento della Riconciliazione che la Chiesa vive, a cui spesso ci si accosta senza una piena consapevolezza di ciò che esso significhi, oppure viene vissuto con scarsa frequenza per i troppi impedimenti morali, per i pregiudizi presenti in tanti fratelli, per una certa ostilità verso la “confessione” presente in tanti giovani, richiede una profonda rivisitazione sul valore che Gesù ha voluto attribuire a questo gesto sacramentale, vissuto nella Comunità per suo volere, come mezzo efficace del perdono e della sua grazia. Così la Chiesa nella Riconciliazione accoglie, come Gesù accoglieva i peccatori, i penitenti di tutti i tempi ed è nell’ascolto della  Parola di Dio che nasce il desiderio di conversione e la riscoperta dell’amore del Padre celeste.

Nella Riconciliazione, infine, più che il riconoscimento e la confessione delle proprie colpe, rimane importante e fondamentale la riscoperta dell’amore gratuito e disinteressato dell’amore di Dio, che perdona per i meriti del suo Figlio e l’azione dello Spirito e, attraverso il sacerdote, assolve i nostri peccati. La Chiesa, oggi, continua l’opera di Cristo che, non essendo più visibilmente tra gli uomini, perdona, conforta e salva attraverso la sua Parola e l'azione dello Spirito Santo con i  segni sacramentali ad essa affidati.

      Prima Lettura: Es 32,7-11.13-14.

In Dio la misericordia è più forte del proposito del castigo. Il popolo, oggetto di predilezione e liberato dalla schiavitù, si dimentica continuamente di Dio, lo abbandona perché le esigenze di Dio appaiono troppo alte e allora si dà agli idoli. Ma Dio non dimentica la promessa di salvezza, ascolta la preghiera di intercessione di Mosè, e non lascia mancare il suo perdono. Dobbiamo avere un’immensa fiducia nel perdono  di Dio, adesso specialmente che l’alleanza è stata stabilita  -  nuova ed eterna – nel Sangue di Cristo; adesso che possiamo  celebrare in ogni Messa il suo sacrificio e lo stesso Figlio intercede per noi.

 Seconda Lettura : 1Tm 1,12-17.

E’ Dio che ha chiamato Paolo a servire il Vangelo: « mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me ». Questo ministero  è una grazia singolare , ed è proclamazione della magnanimità di Gesù, di cui lo stesso apostolo si dichiara un esemplare. Questa magnanimità è destinata a tutti gli uomini. Da qui il rendimento di grazie, la lode gioiosa, la speranza per tutti i peccatori.

 Vangelo : Lc  13,1-32.

Ecco le parabole più belle del Vangelo, quelle della misericordia. Dio ci viene incontro con la cura preoccupata di un pastore che cerca, trova e porta all’ovile  la sua pecora smarrita; si dà da fare per ritrovarci, con la preoccupazione e  l’ansia di una donna che ha perduto la moneta; e con la tenerezza invincibile  di un padre che ci aspetta come figli prodighi al nostro ritorno e ci riammette con larghezza ai suoi beni.Questo suscita scandalo in quanti si credono  e si illudono di essere giusti. Non scandalizziamoci mai dei gesti  di misericordia che la Chiesa compie in nome  di Gesù. Gioiamo invece dei peccatori che cambiano vita, domandandoci se, a dispetto delle nostre convinzioni, i più grandi peccatori non siamo proprio noi. Allora accresciamo la gioia in cielo convertendoci.

Ultimo aggiornamento (Sabato 14 Settembre 2013 22:12)