21 Luglio – 16a Domenica del Tempo Ordinario.

   Ascolto e contemplazione del Signore.

La Parola di Dio di questa Domenica ci invita a comprendere l’amicizia e l’accoglienza: Abramo ospita i tre pellegrini nella sua tenda; Marta e Maria esprimono l’amicizia a Gesù nella loro casa. L’importanza dell’ascolto della Parola di Gesù si comprende nel contesto della familiarità con la persona di Gesù. Nello stare insieme a colui che parla e nel sostare con gioia alla sua presenza, nell’ intimità del dialogo, si realizza un ascolto fecondo. Fare spazio all’amico, all’ospite nella pace e nel silenzio  del proprio cuore significa entrare in sintonia di sentimenti, cogliere il senso profondo di ciò che l’amico dice. E’ questo l’atteggiamento di Maria  che siede davanti a Gesù ad ascoltarlo, mentre Marta, indaffarata e presa dai mille servizi, a detta di Gesù, non sceglie la parte migliore. Gesù, certo, pur riconoscendo il primato dell’ ascolto non vuole porre in opposizione la vita contemplativa a quella attiva del servizio, vuole solo portarci a considerare entrambe le esperienze importanti per la nostra vita di fede.

   Marta e  Maria.

La casa di Lazzaro, di Marta e Maria a Betania era sempre aperta per Gesù quando si trovava a Gerusalemme. L’arrivo, forse improvviso di  Gesù, pone Marta in agitazione nel dover preparare tutto ciò che era necessario per rendere il soggiorno di tanto gradito ospite il più accogliente possibile. In tutto questo da farsi, Marta, nel vedere la sorella Maria, seduta estasiata ai piedi di Gesù ad ascoltarlo, innervosita, fattasi avanti, disse: « Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti ». E  Gesù, in maniera dolce, affettuosa  e pacata, le si rivolge, dicendo: « Marta, tu ti agiti per molte cose ». Sembra quasi dirle Gesù che per lui  non è tanto importante il da farsi, stirare  a lucido tutto, preparare la cena, cose tutte che hanno il loro valore e sono segno di amicizia, ma che la cosa a cui tiene veramente è accoglierlo interiormente, cercando di conoscerlo, di capirlo e accettare il suo insegnamento con la mente e il cuore.

Tutto questo è possibile farlo ponendosi in atteggiamento profondo di ascolto  della sua Parola. Tutto il resto è secondario. Gesù, allora, vuol dire a tutti i suoi discepoli, di ieri e di oggi, che questo è il modo giusto per accoglierlo, non solo nella propria casa, come Marta e Maria, ma soprattutto nella propria vita, ponendosi con attenzione e amore ad  ascoltare la sua parola.. Ma il Signore sa bene, per averlo detto di sé, che a sua volta, dopo averlo ascoltato, bisogna subito impegnarsi concretamente nel servizio degli altri e nella carità operosa.

   Questo insegnamento, valido per tutti i cristiani, di ogni luogo e tempO è la cosa essenziale : ascoltare la parola del Signore, ascoltarla con la mente e il cuore, per essere come Gesù, che continua, qui ed oggi, a vivere e realizzare per mezzo nostro la sua presenza, con la sua parola e il suo servizio.  

  Marta

Marta con sollecitudine si pone  a servire il suo ospite e si preoccupa della sua persona. Gesù stesso, prendendosi cura della folla, che sfama moltiplicando il pane, esprime l’attenzione e il servizio agli uomini.

L’amore e la sollecitudine per il fratello chiede anche la condivisione dei beni concreti di cui egli ha bisogno. Marta, che esprime il suo amore per Gesù nel servizio, quasi gli domanda le sue attenzioni e avanza la pretesa di essere gratificata per quello che fa.  La pretesa che Dio ci ascolti e ci accordi quello che gli chiediamo condiziona il nostro rapporto con lui e la nostra preghiera: chiediamo al Signore che consideri il nostro lavoro, il nostro impegno e guardi ciò che stiamo facendo per lui o per i fratelli. Come lo fu per Marta anche noi spesso facciamo esperienza dei nostri limiti e nella fatica ci rivolgiamo al Signore affidangli il nostro sfogo e nelle sue mani deponiamo la nostra debolezza: « Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciato sola a servire ?». Marta affida al Signore la sua fatica nella certezza che egli l’accoglie, nutrendo profonda fiducia in lui. Nella nostra preghiera al Signore non dobbiamo rivolgerci a lui solo per affidargli i nostri guai, ma saper dire anche noi : « Parlaci, Signore, perché i tuoi servi ti ascoltano ».

 Maria.

Maria si preoccupa solo di ascoltare il Signore e, stando seduta ai piedi di Gesù, gli esprime la sua cordialità, la sua accoglienza, la sua disponibilità. Saper ricevere presuppone la capacità di uscire dalla logica del sentirsi in debito per quello che si riceve. Il Signore ci ama gratuitamente e ci chiede solo di accoglierlo. Che cosa potrebbe d’altronde dare l’uomo a Dio in cambio del suo amore, della sua salvezza? Marta sa  che non può offrire a Gesù nulla che sia più importante di quello che lei può ricevere da lui: così si mette in ascolto della sua parola, compiendo un gesto che Gesù apprezza. Da Maria possiamo imparare a vivere la giusta relazione con Gesù: porci in autentico ascolto della parola di Gesù, realizzandola di conseguenza nella nostra vita, cosicché l’ascolto non diventi solo un sentire con le orecchie, ma attuazione del messaggio che si riceve da Gesù.

 Prima Lettura : Gn 18,1-10.

Negli ospiti che Abramo accoglie con animo aperto e premuroso si rivela e si presenta il Signore. La generosità del patriarca  è premiata con la promessa di un figlio. A chi bussa alla nostra porta per chiedere un  favore siamo chiamati a riservare attenzione, ascolto e finezza, mentre la tentazione è di mandarlo via subito come uno scocciatore.

Seconda Lettura : Col 1,24-28.

« Lieto delle sofferenze » si dichiara Paolo: è un paradosso. Solo che egli vede le sofferenze della sua vita apostolica come una continuazione della passione  di Cristo, da cui il mondo è stato salvato e che rappresenta la sostanza del Vangelo che egli predica. Egli dice di soffrire per la Chiesa, della quale si proclama ministro, cioè servitore, secondo la missione che Dio gli ha affidato. Ecco il programma: non dominare nella Chiesa, imponendo le nostre vedute, ma servire la Chiesa, cioè servire Gesù Cristo e predicare il suo mistero. Non dobbiamo infatti predicare noi stessi e dedicarci alle molte imprese; non dobbiamo pretendere di avere una vita serena, se almeno veramente vogliamo essere al servizio di Cristo, che ci ha redento con la croce.

Vangelo: Lc 10, 38-42.

Gesù è accolto con premurosa  e fine ospitalità da Maria e Marta. Tale premura ci dice l’amore per Cristo fatto di opere e ci insegna come vivere l’ospitalità cristiana, che è un  appello a vincere la nostra egoistica pigrizia. Maria però ha capito soprattutto il valore dell’ospite, e allora si dedica all’ascolto della sua parola. La sua non è una perdita di tempo : Gesù in presenza conta più di ogni cosa. E il segno della più gradita ospitalità Cristo stesso lo trova nel fatto che ci si metta alla mensa della sua parola, dove è lui che offre il cibo che più di tutti gli altri vale.