17        MARZO – 5a DOMENICA DI QUARESIMA

  « Chi è senza peccato scagli la prima pietra ».

 Il primato del perdono di Dio è ancora al centro della Parola di Dio di questa domenica. Il perdono di Dio riscatta l’uomo dal peccato di superbia e dall’egoismo in cui si rinchiude. L’agire di Dio con il suo amore sta sempre prima dell’agire dell’uomo e lo accompagna anche quando l’uomo ricade nel peccato. Il rinnegamento che l’uomo fa di Dio non riesce a flettere la fedeltà dell’amore che Dio ha per lui, perché questo amore è talmente profondo che non è soggetto a variazioni umorali o libertari da cui l’uomo può essere influenzato.

    Nella prima lettura viene ricordato ai deportati in Babilonia che la fedeltà di Dio, come è avvenuto nell’Esodo, continuerà  ad  intervenire  per liberarli e condurli nella terra promessa.

    San Paolo ci ricorda che Gesù, a cui egli ha creduto, ha dato nuovo senso alla sua vita, per cui ritiene come spazzatura le cose di prima di fronte alla salvezza ottenuta per la fede in Cristo e non per l’osservanza della Legge. E’ dono gratuito di Dio la giustizia che proviene da lui, per cui possiamo conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze che ci rendono conformi a lui e ci danno la speranza di  di giungere alla risurrezione.

   Una donna accusata per la sua violazione della Legge

   Una donna accusata di flagrante adulterio è al centro del brano evangelico di Giovanni: una peccatrice, adultera, giudicata da un tribunale che l’ha processata e per la quale bisogna applicare il verdetto  della lapidazione previsto dalla legge di Mosè.

   A Gesù, che gli scribi e farisei riconoscono come Maestro, viene chiesto un pronunciamento sul caso per cui lo stanno interpellando, anche se già avevano deciso sulla punizione che dovevano dare alla donna, dovendo applicarsi la legge di cui  essi sono  rigorosi osservanti. Essi ragionavano: se avesse perdonato alla donna lo avrebbero accusato di porsi contro l’osservanza della Legge, se l’avesse condannata gli avrebbero rinfacciato la contraddizione tra  il perdono proclamato nella sua predicazione e  il suo agire.

   Ma Gesù riesce a svincolarsi dalla provocazione dei farisei e, impassibile davanti all’atteggiamento di condanna degli accusatori, dice in modo lapidario :”Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”. Non sappiamo cosa Gesù abbia scritto sulla sabbia. Se il peccato  pone l’uomo contro Dio  e il peccatore resta nel male è destinato a rimanere nella polvere da cui è stato tratto. Il perdono di Dio invece rinnova l’uomo e lo rende nuova creatura.

   Gesù esorta la donna ad andare e a non peccare più.

   Dio, con il perdono, offre all’uomo una novità di vita. Allora anche l’osservanza della Legge ritrova il suo significato, perché  Cristo è venuto a far nuova ogni cosa. Egli  ridà il cuore nuovo, come si dice nel salmo 50, rinnovato dal suo Spirito.

   Un orizzonte nuovo oggi ci offre la Parola del Vangelo perché il Signore ci chiama a vivere nella gioia del perdono e di una vita nuova di comunione e di amore con Lui. Ecco perché la Quaresima dobbiamo sentirla come un tempo che viene dato per una rigenerazione interiore e liberare in noi una forza di cambiamento che ci rinnova:

« Va’ e non peccare più ».

    Incontrare Gesù, allora, significa iniziare un cammino spirituale che ci fa imitare Lui, uomo nuovo. Egli ci offre  il  modello di uomo, riconciliato con Padre,  disposto a vivere  il suo rapporto di figlio.

   Ecco perché nella Domenica di Pasqua, dice la Liturgia, vi è una nuova creazione, in quanto con Cristo risorto l’uomo può risorgere a vita nuova e con lui tutta la creazione risorge. E ogni domenica, nel ricordo dell’evento della risurrezione, noi celebriamo la gioia di essere risorti con Cristo.

   « Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra contro di lei ».

   Gesù mette gli accusatori della donna adultera davanti alla loro coscienza. Questi, ritenendosi giusti in modo legale, hanno dimenticato che la vera giustizia è quella che viene da Dio, e  solo se si è giusti, cioè senza peccato davanti a Dio, allora potremmo  arrogarci il diritto di operare al suo posto. Solo Gesù, il solo giusto, avrebbe potuto operare in tal senso. Ma la giustizia di Dio e la sua misericordia non sono per condannare ma per perdonare come disse Gesù al paralitico : “ti sono rimessi i tuoi peccati ”; ma il gesto di Gesù aveva scandalizzato coloro che erano attorno a Lui. Il perdono che Dio dona al peccatore lo fa uscire dal suo passato e lo apre ad un rapporto di amore con Lui e con i fratelli, lo orienta verso una identità di figlio e di fratello. Il perdono non nega la presenza del peccato, ma riafferma la potenza dell’amore misericordioso e costante di Dio che sa andare oltre il peccato e la debolezza dell’uomo. La proposta che oggi il Vangelo ci offre è quella di saper andar, come fa Dio, oltre la semplice logica legale umana e ci fa aprire alla speranza che tutti davanti a Dio, essendo peccatori, siamo  oggetto del suo amore. A Dio spetta la prima e l’ultima parola sulle sue creature e sui suoi figli. A  noi spetta solo testimoniare questa gratuità di Dio nella nostra vita: siamo stati creati e redenti, al di là dei nostri limiti e debolezze, dall’amore di Dio.

    Prima Lettura : Is 43,16-21.

   Il profeta, davanti alle paure del popolo esiliato, lo invita  ad aprirsi alla novità di che sta per manifestarsi. Il ricordo degli interventi di Dio nella loro storia dovrebbe dare loro speranza che Egli non viene meno alle sue promesse.

Salmo 125.

 La gioia del ritorno suscita nei deportati gioia ed esultanza. Essi sono invitati a rallegrarsi, come avviene per i torrenti del Negheb, al sopraggiungere delle piogge, perché il Signore compie grandi cose, prepara per loro, dopo le lacrime, la gioia di sentirsi liberati dai mali presenti e di godere dei benefici della sua assistenza benefica.

 Seconda Lettura: Fil 3,8-14.

 Paolo, ricordando i privilegi di cui aveva goduto nella sua vita passata, riconosce che, dopo aver sperimentato la grazia di Dio in Gesù e il suo amore, tutto il suo passato è da considerarsi come spazzatura di cui liberarsi. La sua esistenza è ora protesa verso una meta : la pienezza della risurrezione, verso cui corre per conquistarla, essendo stato conquistato da Cristo.

Vangelo : Gv 8,1-11.

   La giustizia che l’uomo deve ricercare non è tanto quella che deriva dall’osservanza farisaica ed esteriore della Legge, quanto quella che deriva dalla fede in Dio e dal suo perdono accolto nel riconoscimento del proprio peccato. E’ questo il nuovo orizzonte esistenziale che Gesù vuol farci comprendere: nell’incontro con Lui è data la novità della vita.  Bisogna osservare la Legge di Dio dopo essere rinati a questa dimensione nuova dell’esistenza. “ Non pensate  che sia  venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non  passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto” ( Mt  5,1718).