3  Febbraio 2013

      4a  Domenica del Tempo Ordinario

 LA   PAROLA CONTESTATA

 Colui che parla a nome di Dio, porta la verità, anche quanto costa e costa molto. Quando Dio chiama una persona e la manda come suo profeta, agisce come oggi leggiamo nella prima lettura. Dio, nel 628 a. C. chiamò Geremia e gli disse: « Ti ho stabilito profeta delle nazioni. Di’ loro tutto ciò che ti ordinerò ». Mancavano 30 anni al tempo in cui la città di Gerusalemme sarebbe stata assediata e il suo popolo trascinato in esilio. Trent’anni in cui Geremia predicò conversione e penitenza, per tenere lontano il castigo di Dio dal suo popolo. Ma non l’ascoltarono. Fu perseguitato, incarcerato, punito come traditore.  Persino la sua famiglia si mise contro di lui. Geremia visse drammaticamente questo rifiuto, ma lo confortò sempre Dio che gli aveva garantito:«  Ti faranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti ».

  I contestatori di Nazaret

 La pagina del Vangelo di oggi sembra continuare questa narrazione, cambiando solo nome al profeta. Gesù, il più grande profeta di Dio, Figlio di Dio stesso, è a Nazaret, la sua piccola città. Ha appena annunciato la sua missione: « Io sono il Messia che annuncia al mondo il tempo di Dio e della salvezza. Con me inizia il tempo della liberazione degli schiavi, il condono dei debiti, la liberazione dei prigionieri.»

Con queste parole Gesù invita tutti a riconoscere in Lui il Messia, la realizzazione delle promesse dell’Antico Testamento.

Sulla reazione della gente si aprono importanti considerazioni. Alcuni si dimostrano entusiasti delle sue parole che sono chiaramente l’invito di Dio alla conversione e alla sequela. Chi sono? Possiamo pensare che sia la gente che fa fatica a vivere e a pagare gli oneri pesanti imposti dai padroni  della loro terra; e anche gente che conosce e rispetta la parola di Dio, ma la vede calpestata dai potenti e  prepotenti.

Altre persone però contestavano violentemente le parole di Gesù. Anche a Nazaret ci sono padroni di schiavi, usurai, persone che si arricchiscono sulla povertà  degli altri. Sono colo che dicono puntualmente la preghiera prescritta  mattina e sera, ma hanno il cuore di pietra verso i loro fratelli. Per questi il rovesciamento della situazione annunciato da Gesù non va per niente bene. E per calmare gli entusiasmi ricorrono alla solita tattica della svalutazione del predicatore:« Ma chi è? Ma chi si crede di essere? Conosciamo suo padre… ».

Tra gli uni che aspettano il regno di Dio e quelli che sperano non venga mai, c’è la solita folla di curiosi, di superficiali, che non si pongono nemmeno il problema di Dio, della sua volontà. Hanno sentito che questo loro compaesano ha fatto dei miracoli spettacolosi nella città in riva al lago di Tiberiade, e sono curiosi di vedere qualcosa di simile.

Gesù è mortificato, e anche irritato da questa accoglienza. Rivolto ai suoi compaesani, che conosce uno per uno, li invita a ragionare sulle pagine della Bibbia. Sotto le immagini riferite, le sue affermazioni sono nette: « Non importa dove sono nato, non importa se non strappo i vostri applausi. Io sono qua per annunciarvi la parola di Dio. E’ Dio vi invita a cambiare vita, e ad accogliere il mio messaggio ». Egli parla con autorità come nessun altro profeta aveva mai fatto. Non dà solo voce al Padre, predica e interpreta la sua parola, ma egli stesso è la Parola.  Proprio la novità di Cristo la sua gente dimostra di non capire, e sono così ciechi da cacciarlo via.

 La conoscenza di Dio.

 Nel riferimento di Gesù all’opera di Elia ed Eliseo c’è tutta la portata universale del messaggio di Gesù: salvezza per ogni uomo, salvezza anche per i pagani. Proprio i peccatori dimostreranno di essere fra i primi a riconoscere in Gesù il Figlio di Dio e ad accogliere il suo messaggio.

La liturgia di oggi apre la riflessione sulla conoscienza di Dio e sulla conoscenza che l’uomo ha di sé nello Spirito. Geremia riconosce che la parola di Dio lo ha creato, lo ha sostenuto in ogni momento. lo ha inviato. L’incontro con la Parola rivela all’uomo chi egli è, quale sia il senso della propria vocazione. Nell’incontro con Gesù i peccatori cambiano vita, divenendo protagonisti nella costruzione del Regno: si impossessano della loro umanità essendo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio.

San Paolo riprende il tema indicando la via concreta che porta alla conoscenza di Dio: nella carità l’uomo rivela a se stesso il volto di Dio e giunge alla conoscenza piena del suo mistero.

Negli atteggiamenti tracciati da Paolo è indicato il cammino della vita cristiana.

Prima lettura : Ger 1,4-5; 17-19.

Seconda lettura: 1 Cor 12,31-13,13.

Vangelo : Lc 4,21-30.