13 Gennaio – Domenica del Battesimo  del  Signore

Dal Vangelo secondo Luca (3,15-16.21-22)

Lo Spirito di Dio discende su Gesù.

Verso l’anno 30, secondo il nostro modo di contare gli anni dalla nascita di Gesù un uomo chiamato Giovanni il Battezzatore, viveva sulle sponde del fiume Giordano in Palestina. Giovanni Battista, di cui parlano gli storici dell’epoca, viveva come i nomadi del deserto. Che sapevano tessere vestiti con peli di cammello o di capra, portavano cinture di cuoio, abitavano in capanne fatte con rami d’albero, o in tende, e spesso passavano la notte all’aperto.

  Battesimo, un rito dal significato profondo

 Giovanni battezzava, e perciò fu chiamato il « Battezzatore ». La parola « battezzare « significa« immergere nell’acqua». Infatti, colui che si faceva  battezzare scendeva nel fiume  si immergeva quasi completamente, mentre Giovanni gli versava acqua sul capo. Questo gesto ha un significato profondo. Prima di tutto l’acqua è fonte di vita. Quando non c’è più acqua, quando non piove per tanto tempo,viene la siccità e la vita sparisce. Quando ritorna l’acqua, ritorna la gioia e la festa. Ma l’acqua è anche  causa di morte. Quando cade a torrenti, diventa un flagello, porta distruzione e rovina.

 Il battesimo è un segno di morte e di vita nuova. Scendere nell’acqua, immergervisi completamente, diventa segno che si vuole morire alla vita di peccato condotta fino a quel momento. Uscire dall’acqua nel battesimo è segno di un rinnovamento, di una nuova nascita. E’ come se diventassimo completamente nuovi, cominciassimo una vita nuova. Coloro che si facevano battezzare da Giovanni confessavano i loro peccati, se ne purificavano. Cominciavano una vita nuova. Giovanni vide avvicinarsi Gesù. Rifiutò di battezzarlo: non aveva bisogno di penitenza, Ma Gesù lo obbliga: non prende le distanze da un’umanità peccatrice, anzi visi immedesima, « perché gli uomini  riconoscessero in lui il Messia, inviato a portare ai poveri il lieto annuncio ».

    Quando Gesù, dopo il battesimo, risale dal fiume, si verificano alcuni segni meravigliosi, che manifestano a Giovanni e a tutti i presenti che Gesù era l’inviato di Dio, il Messia atteso.

    Se i cieli si aprono, significa che con Gesù è arrivato il tempo della riconciliazione tra Dio e gli uomini. Se lo Spirito santo discende su Gesù come una colomba, significa che Gesù viene a portarci la vita di Dio: la colomba dell’arca di Noè porto infatti il primo ramoscello verde dopo che il diluvio aveva distrutto ogni cosa. La voce che viene dal cielo e proclama che Gesù è « il Figlio mio prediletto » ha lo scopo di far sapere a tutti che Gesù è molto più di un uomo: è una Persona divina.

 Il nostro battesimo

Le letture proposte per i 3 cicli liturgici, sono innanzitutto sono un invito a gioire per il dono del battesimo. (“Alzati, rivestiti di luce…”. O voi tutti venite all’acqua… E’ apparsa la grazia di Dio apportatrice  di salvezza). Il Vangelo riferisce l’evento del battesimo di Gesù. Il nostro battesimo non è attualizzazione di quell’evento; bensì della Pasqua di Gesù in cui noi siamo battezzati, liberati dal peccato e divenuti una  nuova creatura.

    Però oggi anche a noi la voce dal cielo ripete: « Tu sei il mio figlio prediletto ». E’ allora necessario vivere l dono ricevuto. Credere che siamo figli