30 Dicembre 2013 – Domenica fra l’Ottava di  Natale

 SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA  E GIUSEPPE.

 Servire nell’amore

Ciò che gli evangelisti hanno voluto affidare a tutte le generazioni sono la realtà umana di Gesù e la sua con-dizione di Figlio di Dio. In ogni episodio dell’infanzia di Cristo parlano di questi due aspetti. Anche la vita di un Cristiano è segnata dalla sua condizione di figlio di Dio. E la contemplazione del mistero di Cristo e della sua famiglia terrena aiuta i credenti a meglio comprendere, per meglio vivere, la loro condizione nei confronti del Padre celeste.

 In questa Domenica del tempo di Natale, la liturgia invita a contemplare attraverso il mistero di Gesù quello di ogni bambino, di ogni uomo, di ogni donna chiamati a essere in ogni famiglia immagine della Trinità. Ciò va al di là delle relazioni strettamente familiari e interessa ogni vita umana, ogni comunità, ogni relazione tra uomini.

La vita di Gesù a Nazaret

L’episodio evangelico è un breve flash sulla prima adolescenza di Gesù. Una prima nota che balza all’occhio è la sua sapienza, che fa estasiare i suoi ascoltatori. Non si tratto solo di una brillante intelligenza, ma di una sapienza in senso biblico, profondità, verità e giustizia, secondo Dio. Gesù la possiede per la relazione unica che ha con Colui che, alle domande di Maria, chiama « Padre mio ». Egli vive in una comunione profonda  e costante con lui, e nell’ora della Pasqua giudaica dei suoi dodici anni, per un attimo, viene sollevato il velo su questa identità e questa relazione: Gesù è il Figlio di Dio. E’ Colui che da sempre ha fatto la volontà del Padre, insegnando all’uomo cosa significhi servire per amore, con amore, nell’amore. Certi parleranno volentieri di epifania dei suoi dodici anni. Più tardi, quando verrà la sua Pasqua la sua identità divina sarà manifestata in modo decisivo.

La seconda nota riguarda il silenzio dei Vangeli sulla vita a Nazaret del Figlio di Dio. La sua esistenza terrena è fatta di circa trent’anni di silenzio e trenta mesi di parola! Il tempo che precede la sua missione è servito per prepararla, per calcolarne la posta in gioco, per definirne il progetto. E, soprattutto, per vivere ciò che avrebbe detto poi. Gli uomini, a volte, parlano troppo.

Se invece sapessero ascoltare il silenzio della vita nascosta di Gesù, e ascoltarlo nella fede, renderebbero il loro cuore capace di cogliere e vivere la verità.

La terza nota fa meditare sulle relazioni che intercorrorrevano tra Gesù, Giuseppe e Maria. Di certo, ognuno si preoccupava di vivere al meglio le esigenze della vita familiare. Troppo spesso è stata presentata la Santa Famiglia a cento miglia di distanza dalla vita di tutti i giorni. Come tutte, anch’essa ha conosciuto  momenti di tensione, di incomprensione, di spiegazione, di riconciliazione…La santità non è la perfezione, ma cercare incessantemente di rispondere come meglio è possibile a ciò che Dio attende da ciascuno, alla sua volontà.

 La serietà dell’Incarnazione

    La dice lunga il silenzio di Nazaret sulla serietà dell’Incarnazione. Quei trent’anni sono stati segnati dalla semplicità e dalla monotonia del quotidiano di un ragazzo come gli altri, in una famiglia come le altre, che impara a camminare, a parlare, a leggere, a scrivere, a  pregare, a lavorare, ad aiutare gli altri, a partecipare alla vita comunitaria, a rispettare i costumi, le leggi, i regolamenti.

    La dice lunga questo silenzio sul valore del quotidiano.Per trent’anni la salvezza del  mondo si è realizzata in un bambino che cresceva, in un adolescente che si apriva alla vita, in un adulto che assumeva le sue responsabilità in famiglia, nel villaggio… In tutta la vita Gesù è il Salvatore: da Betlemme alla croce è racchiuso il profondo mistero del Dio che salva.

    La dice lunga anche la relazione familiare di Gesù, Maria e Giuseppe. San Luca scrive di Gesù che era « sottomesso » ai genitori. E’ bene superare il senso puramente morale di « obbediente »: in quanto « sottomesso » ai suoi genitori. Gesù rivela il fine del suo essere davvero umano. Dio avrebbe  potuto farsi uomo adulto, o figlio di re. Invece si è fatto bambino, con tutto ciò che è legato a questo stato. E onorando, secondo la legge, suo padre e sua madre, Gesù, il Figlio eterno, rivela che il Padre, il Dio-Amore, si è fidato dell’amore di Giuseppe e di Maria per il Figlio che ha loro affidato.