17   GIUGNO – 11°  DOMENICA  TEMPO  ORDIN. 

    IL   REGNO :  UN  SEME  CHE  CRESCE

 Il Regno di Dio è opera divina, non umana. L’inadeguatezza e l’irri-levanza degli strumenti che il Signore usa per realizzarlo, e nei quali si rivela presente, lo dimostrano. Lo stile di Dio mostra che la sua iniziativa è completamente gratuita. Al cristiano resta di manifestare lo stupore per le meraviglie operate dal Signore, la riconoscenza per i doni gratuiti e la gioia di poterli vivere.

 La Parola odierna parte da un interrogativo : a cosa si può paragonare il Regno di Dio? Gesù stesso pone la domanda e dà la sua risposta. Illumina così il cammino di ogni cristiano, sollecitato dalla sua Parola a diventare sempre più un suo autentico discepolo.

    Il mistero del Regno e lo stile di Dio vengono svelati dalle due parabole evangeliche: quella del seme, che cresce spontaneamente e quella del granello di senape. 

     LO  STILE  DI 

Dio resiste ai superbi, ma fa grazia agli umili. L’impotenza e la povertà umana rendono più evidente l’onnipotenza divina. A un piccolo resto di Israele i profeti hanno annunciato promesse e speranze. Così Ezechiele parla di un piccolo ramoscello che diventa una pianta forte e robusta, capace di dare riparo a uccelli di ogni specie. Ricorda così l’oracolo di Isaia (11.1) che parla del Messia come  di un virgulto che spunterà dal tronco di Iesse.

    Dio lascia da parte le persone grandi e potenti e si serve di creature piccole e umili. Come è piccolo un seme gettato nel campo, un chicco di senape, un tenero virgulto… E’ lo stile di Dio, che Gesù è venuto ad annunciare. Di un Dio che non si impone per potenza o grandezza, ma che rimane nascosto e celato  nei cuori umili che lo accolgono.

    Ma c’è un’altra caratteristica dello stile di Dio, che Marco mette in rilievo: la pazienza. Se la realizzazione del Regno è opera di Dio, all'uomo è richiesta la pazienza dei tempi del Regno, che non sono quelli terreni. Il cristiano è chiamato ad operare, ma con una mentalità nuova. Mentre si riconosce povero e piccolo nelle mani del Padre, è cosciente che Dio agisce in lui senza legarsi al suo tempo e ai suoi desideri. Perché l’agire di Dio è motivato  esclusivamente dalla logica dell’amore misericordioso che si dona.

 

         LE  PARABOLE   E  IL  REGNO 

   Le due parabole evangeliche richiamano alla povertà, alla disponibilità, alla speranza. Richiamiamo la necessità del buon terreno della fede perché il seme deposto possa germogliare. Ricordiamo l’indispensabilità delle lacrime, della fatica e dell’attesa, perché il germoglio possa crescere e divenire un albero frondoso.

    Il Regno di Dio, dice Gesù, è un evento. E’ un qualcosa che accade nel tempo e nella storia, nella vita del mondo e nell’esistenza di ogni cristiano. E’ l’evento con cui Dio si fa vicino all’uomo, lo accoglie nella propria realtà, lo fa oggetto del suo amore gratuito e lo salva. Il Regno di Dio, dice Gesù, non è una realtà lontana, ma è già presente nel quotidiano; attende solo di essere riconosciuto. 

    Il Regno di Dio è un mondo trasfigurato, bello, felice, in comunione con Dio e con i fratelli. Da quando Gesù è venuto sulla terra, è morto per la salvezza di ogni uomo, ed è risorto, il suo Regno è già presente nella storia. Ma al pari di qualcosa che è stato seminato, deve crescere: ha bisogno di tempo per diventare ciò che è destinato a diventare.

E l’uomo che cammina versa la felicità , verso la santità non realizza solo la sua vita, ma porta a compimento il progetto di Dio su di lui e sul mondo. Esso diverrà progressivamente, per opera di ogni cristiano, luogo in cui si manifesta e si realizza progressivamente il Regno dei cieli. 

   Se le parabole invitano a riflettere e a verificare la pazienza evangelica e la speranza fiduciosa, lo fanno per ricordare al credente che Dio non viene mai meno alle sue promesse, non abbandona il suo progetto di salvezza. Anche quando sembra tacere e lo si pensa assente. Lui  opera e si fa presente nel modo misterioso che gli è proprio. Ciò che conta, è che ogni cristiano sia consapevole di questa presenza e viva nell’oggi della storia con un unico intento, come raccomanda Paolo ai Corinzi: di essere gradito al Signore. 

       PREGHIERA

Padre,                                             Lui ha scelto 12 popolani:non

hai scelto un piccolo gruppo           contavano niente per nessuno,

di pastori poveri e disprezzati        e tu ne hai fatto gli annunciatori

e ne hai fatto il tuo popolo,             dell’evento più grande della storia.

seme di speranza per le genti.       Rendi oggi anche noi, cristiani,

Hai mandato tuo Figlio Gesù,         piccoli e insignificanti per i grandi

povero, inerme, emarginato,           perché cresca il seme del tuo

e lo hai reso Salvatore del              Regno in questo povero mondo.

mondo e Signore dell’universo.