10 GIUGNO – FESTA DEL SS.CORPO e SANGUE
di NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
IL SANGUE DELL’ALLEANZA
La festa del Corpo e Sangue del Signore è entrata nel calendario li-turgico in un momento in cui i cristiani hanno ritenuto importante rinsal-dare la fede eucaristica. Tale celebrazione è un dono ai credenti: un’oc-casione per riaffermare il senso dell’Eucaristia nella loro vita e un invito a riscoprirne la grazia. La Parola del Signore aiuta a comprendere meglio il gioioso impegno nel voler tradurre ogni Eucaristia in vita.
La Pasqua che il popolo d’ Israele celebrava si apre sulla Pasqua di Ge-sù. Così nell’ultima Cena, le tenebre della morte sono già illuminate e vinte dalla risurrezione. E L’Eucaristia celebrata da Gesù alla vigilia della sua passione e morte diviene profezia del Regno.
IL CALICE DELLA SALVEZZA
Gesù incarica i discepoli di preparare la cena pasquale. Con loro, farà memoria della Pasqua, della salvezza di Dio nella storia d’ Israele, ma al contempo realizza, anticipandola, quella che deve venire, più vasta di quella legata al destino di un solo popolo: una salvezza universale. Come l’Alleanza che stipula nel suo Sangue: essa sarà eterna e per tutti gli uomini.
E in quell’ ultima Cena, il vino - frutto di acini schiacciati - e il pane - frutto di chicchi macinati – divengono segno del sacrificio che Gesù fa della sua vita, donata per salvare quella di ogni uomo. E quel vino, se-gno della vita fisica, che diviene il suo sangue, nella nuova ed eterna Alleanza diventa segno della vita stessa di Dio che viene comunicata allo uomo.
Durante la Cena, Cristo riprende le parole di Mosè pronunciate sul sangue versato al Sinai per applicarle al suo sangue che sarà versato sulla croce. Il calice che Gesù offre ai suoi è memoriale di ciò che deve ancora accadere e che cambierà la realtà delle cose. Lui lo sa., e annuncia che non berrà più del frutto della vite fino a quando berrà il vino nuovo nel regno di Dio.
In ogni Eucaristia, i gesti che rendono visibile il mistero celebrato, parlano più delle parole e arricchiscono il rito di significati molteplici. Così, alzare il calice nel rendimento di grazie, è riconoscere l’azione di Dio nell’innalzamento di Gesù sulla croce.E per ogni credente, è segno di riconoscenza a Cristo, che ha bevuto fino in fondo il calice della soffe-renza per la salvezza degli uomini.
BERE NELLO STESSO CALICE
Durante la cena Gesù offre ai Dodici il calice. Invitati, come gli Apostoli, bere allo stesso calice, i credenti sono chiamati a partecipare a una comunione offerta, a una Alleanza che è al contempo per tutti e per ognuno.
Bere al calice di Cristo significa aver parte alla sua passione per condi-videre la sua risurrezione e offrire, come lui e con lui, la vita per l’umani-tà. Perchè il sangue versato non è solo un segno di morte, ma di vita. Be-re a quel calice vuol dire accogliere ciò che Gesù stesso offre ai suoi in-vitati : una comunione di grazia e di vita.
LA PRESENZA REALE DI CRISTO
Il Pane. Dopo la consacrazione, il pane non è più alimento fisico, ma è Gesù Cristo che si rende attraverso l’Eucaristia nella comunità dei cre-denti. Ma come mai due simboli, quelle del pane e del vino, del Corpo e del Sangue? Perché ricevere la carne ed il sangue vuol dire comunicare alla totalità di Colui che si è donato per amore, è passare con lui dalla morte alla vita. E’ mangiando il Pane della vita e bevendo al Calice della Alleanza nuova e eterna che si diviene il Corpo del Signore.
Ogni credente è chiamato a tradurre nel quotidiano l’offerta di sé, per-chè tutta la vita diventi Eucaristia. E’ questo il senso profondo delle parole di Gesù: dell’invito a prendere e a mangiare, a ripetere il suo gesto in sua memoria. Cristo si dona ai suoi in virtù della sua offerta al Padre e insegna ai discepoli che il dono e l’accoglienza reciproca richiedo-no il sacrificio di se stessi. Nutrirsi dello stesso Pane, partecipare allostesso sacrificio del Cristo è formare un solo Corpo in lui: questa fu l’esperienza fortissima delle origini della Chiesa, che sapeva e sentiva di nascere intorno all’Eucaristia. La Parola convoca alla stessa mensa, ma è lo spezzare lo stesso Pane e il bere allo stesso Calice che riunisce i credenti in un solo Corpo.
PREGHIERA
Signore Gesù, « Io abito dentro di voi. Anche se
mi piacerebbe tanto vederti, non mi vedete, io ci sono e
starti vicino, ascoltare la tua divento vostro pane e vostro
voce, gioire del tuo sorriso, vino per unirvi a me e tra voi ».
temere il tuo rimprovero. Gesù, a volte faccio fatica,
Lo so, ti è dispiaciuto lasciare ma la comunione con te mi
i tuoi amici e loro non volevano riempie di gioia e fa crescere
vederti partire verso il Padre. l’attesa del giorno che ti vedrò.
Ma hai inventato l’Eucaristia.