20  MAGGIO - ASCENSIONE    DEL   SIGNORE

             CRISTO   SALE   AL   PADRE 

   Gesù è il Vivente. Al termine della sua missione terrena è asceso al cielo. L’Ascensione del Signore non è un episodio da considerare isolata-mente ma un aspetto del mistero pasquale.

Collocato  tra la  Pasqua e  la Pentecoste, è la celebrazione di quel frattempo che intercorre tra lo scomparire del Risorto e una nuova forma di presenza. In questo frattempo, Gesù prepara gli apostoli e i suoi discepoli, la Chiesa nascente, a vivere la sua stessa missione che egli ha trasmesso loro e che potranno realizzare proprio grazie alla sua nuova presenza, non più fisica ma spirituale, e sotto l’azione dello Spirito Santo che presto riceveranno.

     L’Ascensione celebra la conclusione dell’azione fisicamente visibile  del  Risorto  e  la  realizzazione  del dono dello Spirito Santo. Inizia così un nuovo tipo di rapporto, un’altra modalità della presenza di Cristo. L’Ascensione scandisce il tempo che separa gli Undici dall’inizio della loro missione, che è la continuità di quella di Gesù. Missione che, per ogni discepolo di Cristo, si realizzerà nella storia proprio grazie alla sua nuova presenza: non più fisica ma spirituale.

       L’INNALZAMENTO AL PADRE E LA MISSIONE 

   Dal principio alla croce, Dio consegna all’uomo un profondo mistero: quello dell’abbassamento del Figlio nella sua incarnazione. Dalla morte alla gloria alla destra del Padre, Dio ne consegna un altro: quello dell’esaltazione del Figlio, di Gesù di Nazaret, il Signore dell’universo.

   Dopo la sua risurrezione, Gesù è innalzato al Padre: con l’Incarnazione Cristo ha assunto la condizione umana, ed ora l’umanità  sale con  lui,  nella gloria. Dio si è abbassato non solo per mostrare la  grandezza  di Dio, ma per prendere per mano l’uomo e condurlo con sé sul cammino del Regno.

    Come gli apostoli fermi a  guardare il cielo, anche i credenti possono rimanere affascinati davanti al mistero dell’Ascensione ed  essere tentati di rimanere nostalgicamente ancorati al passato.

   Oggi il Signore ascende al cielo. E mentre chi sperimenta con gli apostoli l’assenza fisica del Signore si chiede guardando al cielo:  « Ora cosa sarà? », il  Vangelo  rimanda alla concretezza della terra e alla missione. Missione che Paolo riprende e illustra nel brano odierno della lettera agli Efesini.

   Il Risorto che  ha  costituito  gli  Undici suoi collaboratori per andare ben  al di là delle frontiere della Palestina, oggi invia ogni credente in tutto il mondo per proclamare il Vangelo ad ogni creatura.    

   NELL’ATTESA  DEL  RITORNO  DEL  SIGNORE 

   La festa i oggi congiunge la pagina di Marco e degli Atti. Si potrebbe dire che è l’interfaccia  della terra e del cielo. Della terra che Cristo lascia per raggiungere il Padre; del cielo, patria dei credenti e che già abitano  nella speranza di condividere  un giorno il destino del loro Signore.

    Il ministero  terreno  di Gesù ha  preparato il tempo della Chiesa e del Vangelo, che durerà fino al suo ritorno. La liturgia odierna sottolinea come la Pasqua è il mistero centrale di Cristo, perché ormai il cielo è ri-aperto e i cristiani hanno libero accesso a Dio grazie al sacrificio di Cristo.

    Gesù tornerà visibilmente alla fine della storia: è la certezza che la festa di oggi  lascia ai cristiani di tutti i tempi. Il Signore non li abbandonerà, ma  sarà con loro fino al suo ritorno. I cristiani guardando Gesù ascendere al Padre sanno a quali altezze Dio vuole elevare tutti i credenti. Essi sono chiamati a rendere grazie a Dio con la vita per le meraviglie che ha compiuto: a proclamare ovunque  la  bella notizia di Cristo, del Risorto, donando al mondo i « segni » della sua presenza nella storia; a seguire  fedelmente  la  vocazione  ricevuta  nel  battesimo, in un cammino di fede e di croce. Il tutto con grande umiltà, dolcezza e pazienza, sopportando gli altri con amore, per custodire l’unità dello  Spirito  nella pace. E’ questa la comune vocazione per formare  un solo Corpo nello Spirito: il Corpo di Cristo, la Chiesa.

    Elevato al cielo,  Cristo indica ai suoi il nuovo orizzonte dell'Umanità salvata:  essere  sempre  con  Dio. Egli associa al suo trionfo ogni battezzato, così i credenti  sono  già il popolo santo di Dio che ha vinto la morte ed è entrato con Cristo nel santuario del Cielo. 

                                    PREGHIERA

Signore Gesù,                         Anche noi non abbiamo capito,

hai compiuto la tua missione  siamo spauriti e ci chiudiamo

e ritorni al Padre, ma              nelle sacrestie, guardiamo

i tuoi amici ancora non           il cielo e non ti vediamo più.

hanno compreso tutto.            Mandaci due angeli che ci

Hai promesso il tuo Spirito      rimproverino, ci spingano

e li hai invitati a prepararsi     a pregare per aprire il cuore

pregando e amandosi             allo Spirito e invadere il mondo

prima di andare nel mondo.