6a    DOMENICA   DI   PASQUA

           GESU’ COMUNICA L’AMORE  DEL  PADRE

    Gesù ci ha fatto vedere e conoscere l’amore di Dio. Per amore il Padre ha donato il suo unico  Figlio, come vittima di espiazione per il peccato dell'’uomo. E’ un amore  senza  limiti che giungendo a tanto dimostra fi-ducia nella capacità dell’uomo di imparare ad amare da Dio. Da poveri peccatori, Dio trasfigura i credenti in creature  divine. L’unica condizione è il comandamento nuovo di Gesù, compendio della legge antica e nuova: quello dell’amore.

    L’amore umano, se vuole raggiungere la sua perfezione, deve necessariamente ispirarsi e modellarsi sull’amore divino, sul Dio-Amore. E la manifestazione incarnata, umanizzata è Cristo. In lui, l’amore di cui l’uomo è assetato, assume lo splendore, la profondità, la purezza, la consolazione e la dolcezza cercati. Amore che, in Cristo, è dedizione, obbedienza, sacrificio. 

             UN  DIO  CHE  AMA  TUTTI

   Pietro dipinge Dio in modo nuovo, sconosciuto al popolo di Israele. E’ il ritratto di Colui che non fa differenza tra uomo e uomo, tra persona e persona, tra popolo e popolo… di Chi  ama tutti.

   E’ una rivelazione piena di speranza, che anima la fede: ogni essere umano ha accesso alla salvezza, e le barriere, costruite da una religione sempre più legalista, cadono per la forza dell’amore. Pietro assume il rischio dell’incomprensione, del rigetto e della condanna da par-te della comunità e intraprende la via tracciata da Cristo.

   L’amore incondizionato di Dio è stato rivelato all’uomo con la morte e risurrezione di Gesù. I cristiani sono dei risorti e la loro vita non può che rinnovarsi continuamente nella vita nuova che il Risorto comunica loro. E chi sa rispondere  con l’amore all’Amore, è nato da Dio e conosce Dio e viene coinvolto nella relazione divina tra Gesù e il Padre.   Tutto l’agire di Gesù rivela la sua relazione filiale con il Padre. Tutta la sua vita è tensione verso il Padre: compiere la sua volontà è l’orientamento e la struttura del suo essere. E Gesù, comunicando ai discepoli l'amore, vuole renderli testimoni viventi del dono ricevuto e della capacità che esso suscita di amarsi scambievolmente. Per tutti, saranno i testimoni di ciò che è stato Gesù nei confronti del Padre. E per far questo dovranno imparare a rimanere in lui.

            LA   CHIESA, REALTA’  D’AMORE

   Nel suo testamento Gesù comanda l’amore. Affida ai suoi ciò che gli sta più a cuore: l’alleanza conclusa nella verità dell’amore. Aveva già manifestato il suo intimo rapporto con Dio nel chiamarlo « Padre », rivolgendosi a lui nella preghiera e nella vita con fiducia totale e con pronta obbedienza. E nel rivelare all’uomo il suo rapporto con Dio, così singolare e intimo, gli svela il segreto della sua missione: per lui e in lui, i credenti diventano figli del Padre. Dio prende dimora nel cuore dei cristiani, e amando l’uomo lo rende amante. Gli comunica la capacità di una nuova relazione che è segno distintivo di  coloro  che sono figli nel Figlio: una vita di fraternità autentica, nata dall’amore, capace di superare l’egoismo, i pregiudizi personali, l’orgoglio che abitano il cuore umano, per mettersi a servizio dell’altro, soprattutto di chi è nel bisogno. 

   Non sono gli uomini a scegliere Dio, ma è Dio che li sceglie e li abilita alla missione. Ma se è sua l’iniziativa di raggiungerli, li lascia però liberi di rispondere. Ogni credente ha  risposto   alla sua chiamata e ha accet-ato di seguire il comandamento. Dopo la sua libera adesione, non è più servo, ma amico: lo Spirito si impadronisce di lui e, nel battesimo, gli dona la vita nuova.

   La scoperta dell’amore di Dio per l’umanità  fa sperimentare alle prime comunità  una dimensione nuova, che fa constatare con meraviglial’amore vicendevole. L’unità che regna si fonda sulla diversità dei membri e la fraternità trova la sua origine in una fede totale nel Dio di Gesù Cristo, Padre  misericordioso. I credenti, consapevoli della realtà che li plasma, diventano naturalmente testimoni dell’amore nel mondo, affamato d’amore.

   L’amore cristiano per il prossimo nasce dalla volontà dell’uomo, come decisione esistenziale, come atto di obbedienza a Dio, come rinunzia al proprio egoismo. L’amore verso il prossimo attinge alla sorgente stessa che è l’amore di  Dio.  E  nell’eucaristia  ogni   credente vive la profonda unione con Dio, in Cristo Gesù, nello Spirito d’amore che apre alla fraternità.  

            PREGHIERA

 Signore Gesù,                                    Sei sceso, diventando come

da tutta l’eternità ti sei                      lui, hai parlato, hai guarito,

saziato dell’amore di tuo                    hai pianto, sei salito sulla

Padre nello Spirito Santo:                  croce, sei morto, sei risorto.

non l’hai voluto solo per te.               Gli hai detto: « Se vuoi, puoi

L’uomo, creato per amore,                 essere me nel mondo: basta

aveva smarrito la strada,                   solo che ti fidi di me e ami

hai visto la sua schiavitù,                  i tuoi fratelli come ho fatto io ».

hai deciso di liberarlo.