17  MARZO – V  DOMENICA DI QUARESIMA. (Anno B)

Come membra vive del corpo di  Cristo,  vivendo  nella comunione con il suo  Corpo  e Sangue, siamo inseriti in una relazione vitale con lui. Se anche non possiamo scampare dalla morte fisica, questa unione è però pegno di risurrezione. Ma si può giungere alla gloria della vita eterna solo se prima siamo partecipi della passione redentrice di Gesù. Egli ci invita a morire come lui, come il seme che muore e produce molto frutto. Dall’Eucaristia, ancora, ci viene  la forza  dello Spirito, che ci fa vivere come nuove creature, siamo resi partecipi del suo Corpo mistico e ci viene anticipata la caparra della gloria futura della vita celeste. Cristo nella vita terrena ci è di compagno e, come il buon samaritano, ha compassione della nostra miseria e perdona ogni nostra colpa.

Nella preghiera iniziale di questa Eucaristia chiediamo a Dio:  « O Padre, che hai ascoltato il grido del tuo Figlio, obbediente fino alla morte di croce, dona a noi, che nelle prove della vita partecipiamo alla sua passione, la fecondità del seme che muore, per essere un giorno accolti come messe buona nella tua casa. Per il nostro Signore Gesù Cristo…»

Prima Lettura: Ger 31,31-34.

Da Geremia viene annunziata una nuova alleanza che Dio concluderà con il suo popolo, che non sarà come quella conclusa  quando venne liberato dall’Egitto e che non è stata osservata. Dio, in questa nuova alleanza, porrà la sua legge dentro di loro, la iscriverà nei loro cuori. Così Dio sarà il Dio del suo popolo e essi saranno suo popolo. Tutti conosceranno il Signore dal più piccolo al più grande, poiché egli perdonerà le loro iniquità e non ricorderà più i loro peccati.

In questa nuova alleanza l’osservanza dei comandamenti non sarà più un peso fastidioso e insopportabile, ma sarà scritta nel cuore e sarà vissuta  in una risposta di amore. Con Cristo questo nuovo tempo è già arrivato perché, nel sacrificio del Cristo, Dio ha stabilito questa nuova alleanza, con cui ci riconcilia con  sé mediante il perdono dei peccati. Gesù nella Cena ha anticipato  ritualmente il suo sacrificio e, come diciamo nella Consacrazione, « ha offerto il suo sangue come sangue della nuova Alleanza ».

Dal suo sacrificio, dal suo fianco squarciato, il Signore ci ha donato il suo Spirito. Ricevendo l’Eucaristia e lo Spirito del Signore siamo introdotti nella Nuova  Alleanza.

Seconda Lettura: Eb 5,7-9.

Nella Lettera agli Ebrei è detto che Gesù, nella sua vita terrena, offri preghiere e suppliche, con grida e lacrime, al Padre che poteva salvarlo dalla morte. Poiché si è abbandonato a lui venne esaudito. Da Figlio  imparò l’obbedienza dalle cose che patì, divenendo causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono. Nella dolorosa passione, nella sofferenza e il sacrificio del Figlio sulla croce, per il suo abbandono al Padre e la sua obbedienza, Gesù venne esaudito da Dio, perché lo ha fatto risorgere dai morti. Noi veniamo associati intimamente a lui e, partecipando della sua umanità, poiché il  suo sacrificio è stato gradito dal Padre,  veniamo salvati.

Camminare con l’obbedienza del Figlio vuol dire fare anche noi la volontà di Dio e, con l’intercessione che continuamente Gesù fa presso il Padre, noi abbiamo la garanzia della sua fedeltà, del suo amore e la  grazia per potervi corrispondere.

Vangelo: Gv 12, 20-33.

A chi chiede agli apostoli Filippo e Andrea di voler vedere Gesù, questi risponde: « E’ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo , la conserverà per la vita eterna ». Gesù a chi vuole vederlo mostra quello che si prepara ad affrontare, la sua passione e morte. Non ci si deve attendere, se si vuole vedere il Signore, la  sua onnipotenza che stupisce o attrae per le grandi opere , ma vederlo nella debolezza della sua passione e morte, nel momento in cui sta per dare la sua vita per adempiere alla volontà di Dio.  Come il grano caduto in terra se muore produce molti chicchi, cosi la sua morte produrrà molti frutti di salvezza. La sua passione, l’innalzamento sulla croce e la sua morte, « in cui è vinto il principe di questo mondo »  sono l’ora della sua glorificazione, il mo- mento in cui, elevato da terra, egli attirerà tutti a sé.

La sua morte e risurrezione sono la forza più potente, posta da Dio , per attirare gli uomini al suo amore, dimostrato nell’amore del Figlio che dona la sua vita. Gesù, dice ancora ai discepoli:  « Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il servitore. Se uno  serve me, il Padre mio lo onorerà ». Gesù, nel momento della sua ora non chiede al Padre di scamparlo da quell’ora, ma poiché è venuto per quell’ora, che lo glorifichi.

La voce che si sente dal cielo:  « L’ho glorificato  e lo glorificherò ancora! », è una voce che dovrà confermare gli ascoltatori, perché è il tempo del giudizio  di questo mondo  e, Satana, il principe di questo mondo, sarà gettato fuori. Ancora. Gesù, indicando di quale morte doveva morire, dice agli ascoltatori : « quando sarà elevato da terra attirerà tutti a me  ».