30 NOVEMBRE -  1a  DOMENICA D’AVVENTO. Anno A

ATTENDIAMO, VIGILANDO, LA MANIFESTAZIONE DEL SIGNORE.

Nel tempo dell’Avvento ripercorriamo il cammino dell’umanità dalle origini fino a Cristo. Così i cristiani vivono, attraverso i segni sacramentali, l’attesa del Signore.

L’attesa del Signore  che viene è segno e sacramento di salvezza.

Con l’Avvento inizia per la Chiesa il nuovo anno liturgico. I cristiano riprendono a meditare i misteri, i gesti  della vita del Signore, dall’attesa alla nascita, alla vita pubblica, alla passione, morte e risurrezione e al tempo della Chiesa dalla Pentecoste alla fine dei tempi (Parusia).

Questi misteri  del Signore non sono lontani nel tempo, sepolti nel passato. Quello che il Signore ha compiuto, il suo valore, la grazia della salvezza rimane ancora. Nella ce- lebrazione  liturgica dei misteri del Signore deve crescere in noi la nostra conformità a Cristo, Signore del tempo, il quale non tramonta e, soprattutto nel sacramento dell’Eucaristia, celebrata di domenica in domenica,  vi  attingiamo la grazia della salvez- za per vivere secondo il progetto che il Padre ha realizzato per mezzo del suo Figlio.

L’Avvento è il tempo dell’attesa del Signore che viene  nel Natale, per cui dobbiamo prepararci spiritualmente alla sua venuta. Riascoltando le parole dei profeti, che ci preannunziano questa venuta, riviviamo la speranza dei giusti; la fede di coloro che hanno accolto l’invito del Battista a preparare il cuore ad accogliere colui che sarebbe stato più grande di lui, di cui era precursore; ci uniamo a Maria e Giuseppe. Come loro, anche noi siamo  chiamati da Dio Padre ad accogliere il suo Figlio, mandato, nel suo immenso amore per gli uomini,  a redimerci da peccato e a  renderci suoi figli donandoci con la grazia la vita divina: bisogna, allora,  liberare i nostri cuori dagli ostacoli che si frappongono alla sua venuta.

Il Signore, nato umile  e povero a Betlemme, viene in noi continuamente tutte le volte che apriamo il nostro cuore al suo amore, alla sua Parola, ai suoi gesti sacramentali. Ma in questo tempo dell’Avvento rendiamoci più attenti, vigilanti, per non lasciar passare invano       questo tempo in cui il Signore bussa alla porta dei nostri cuori e ci invita a rimanere con lui. Nella preghiera più intensa, vigile e attenta saremo più pronti ad accogliere il Signore, che viene e ci offre la sua amicizia.

In queste prime domeniche, la liturgia ancora ci fa ripensare alla venuta di Gesù come giudice, che varrà alla fine dei tempi quando la storia sarà conclusa, il cammino della Chiesa giungerà alla meta e  la speranza del premio eterno cesserà.  Ma  poiché per ognuno di noi  l’incontro con Cristo avviene nel momento della nostra morte, viviamo in questo nostro tempo non praticando scelte sbagliate. Scuotiamoci dal nostro torpore, accogliamo l’invito dell’Apostolo Paolo a svegliarci dal sonno, a riprendere il cammino di fedeltà, con le lampade della fede, della speranza e della carità accese e con il vivo desiderio di incontrarlo, così da non farci sorprendere impreparati.

 

La Chiesa, Sposa di Gesù, attende il suo Sposo. In questo cammino non possiamo dissiparci, dimenticare Cristo che vuole continuare a rinascere in noi con i suoi sentimenti, i suoi comportamenti, mentre lo ricordiamo nell’avvenimento della sua nascita storica tra noi. Dobbiamo allora riprendere a vivere nella fedeltà a lui e attenderlo nella preghiera, nella speranza, attraverso opere compiute nella vera giustizia divina, nella carità e fraternità, così come la Parola di Dio ci ripropone.

Nella preghiera iniziale della Colletta preghiamo dicendo: « O Dio, nostro Pa- dre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé  nella gloria  a possedere il regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo… ».

« O Dio , che per radunare tutti i popoli nel tuo regno hai mandato il tuo Figlio nella carne, donaci uno spirito vigilante, perché, camminando sulle tue vie di pace, possiamo andare incontro al Signore quando verrà nella gloria. Egli è Dio, e vive e regna con te… ». (Anno A)

Prima Lettura: Is 2,1-5-

Il profeta Isaia, nella visione profetica che ricevette su Gerusalemme, dice che alla «Fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti ». Molti  popoli vorranno salire al monte del Signore, « al tempio  del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri », riconoscendo che da Sion sarebbe uscita la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.

Il Signore farà da giudice e da arbitro fra i popoli e questi, spezzando le spade, ne faranno aratri e con le lance falci; né le nazioni si alzeranno più a combattersi tra loro e non impareranno più l’arte della guerra: cammineranno a luce del Signore. Tutti saranno, secondo questa visione profetica, chiamati ad accostarsi  non certo alla Gerusalemme terrena ma, - come dice Gesù - ad un nuovo tempio, che sarà costruito su di lui, come “pietra angolare” , secondo l’espressione di san Pietro. Tutti saranno invitati ad andare verso di lui, da cui sorgerà una nuova umanità, e in cui non ci saranno più discordie ma si collaborerà nella pace.

Seconda Lettura: Rm 13,11-14.

San Paolo scrive ai Romani e li esorta a svegliarsi dal sonno, nella consapevolezza che ormai la salvezza è più vicina di quando si è diventati credenti. E paragonando la prossima manifestazione del Signore come “ il giorno ” e la sua attesa come “ notte avanzata ”, li invita a gettare via « Le opere delle tenebre » e ad indossare « le armi della luce », a comportarsi «onestamente come in pieno giorno: non in  mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie ». In una parola a rivestirsi dei sentimenti e dei comportamenti del Signore Gesù Cristo. Tutti siamo esortati in questo Avvento, nell’attesa di incontrare il Signore, in maniera sacramentale, nel prossimo  Natale,  ad uscire dal sonno della nostra pigrizia, del peccato e a camminare nella luce del Signore, che la liturgia osanna come “Sole che sorge dall’oriente a diradare le tenebre del male”. Nel Natale dobbiamo rinnovare il nostro cuore, rivestirci dei sentimenti del Signore.

Vangelo: Mt 24,37-44.

Gesù, ricordando i giorni di Noè, in cui gli uomini, nei giorni precedenti il diluvio, mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito ed essi, fino a quando egli entrò  nell’arca,  non si accorsero di nulla e  il diluvio li inghiottì tutti, così sarà anche, - dice -  alla venuta del Figlio dell’uomo. Nelmomen-  to in cui questa avverrà, tra due uomini che sono nel campo uno sarà preso e l’altro lasciato; tra due donne che macinano alla mola una sarà presa e l’altra lasciata. Allora, esorta Gesù, bisogna vegliare perché non si sa in quale giorno il Signore verrà. Bisogna essere pronti e vigilanti, allora, per la venuta del Figlio dell’Uomo,  come un padrone di casa che se sa in quale ora della notte viene il ladro non si lascia scassinare la casa, perché non viene preso di sorpresa. Non sapendo quando avviene il nostro incontro con il Signore, alla fine della nostra esistenza terrena, è necessario essere pronti e vigilanti, per cui non temeremo di incontrarlo.

AVVISI PARROCCHIALI

Oggi  29 NOVEMBRE   INIZIA  LA  NOVENA  DELL’IMMACOLATA

ORE 18.00 – Santa Messa e Coroncina.

Nelle settimane prossime di questo Avvento, per 4 incontri, nelle famiglie dei quartieri, si terranno delle riflessioni della MISSIONE DIOCESANA. (L’organizzazione  è affidata a qualcuno di una famiglia disponibile. Per  orari, giorni e famiglie,  ogni gruppo si organizzi secondo le proprie disponibilità. Le schede di riflessione verranno recapitate alle famiglie da chi fa questo servizio di animazione).