2 Gennaio 2013 - SS.Basilio e Gregorio Nazianzeno

La  testimonianza di Giovanni

  Questa è la testimonianza  di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?».  Egli confessò  e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo».  Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia ?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta ?». «No», rispose.  Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».  Rispose: «Io sono voce  di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia».

 Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei.  Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?».  Giovanni rispose loro: «Io battezzo  nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete ,  colui che viene dopo di me : a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».  Questo avvenne in Betània, al di là del  Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 Ecco la testimonianza di Giovanni Battista. I giudei mandarono « sacerdoti e leviti » a interrogarlo. Allo stesso modo, alcuni anni dopo, mandarono persone a controllare l’attività di Gesù. Il Battista confessa di non essere il Cristo. La sua fede è orientata all’annuncio di Gesù. Cristo, infatti, non rivela subito la sua origine e missione. E’ necessario che chi riceve da Dio il dono di toccare il mistero del Messia lo annunci con la vita e la parola, come il Battezzatore.. Anche noi cristiani siamo chiamati ad essere annunciatori del Vangelo, voce che grida nel deserto di questo mondo frenetico,caotico e rumoroso. Sì. Siamo ad evangelizzare nel deserto del caos. Un deserto ricco di persone che spesso non guarda al vicino di casa, di lavoro, di banco. Un deserto del cuore che chiede un’oasi per rigenerarsi, per ristorarsi,  per placare la sete di Dio. « … al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo. » Di primo acchito può sembrare che Giovanni era di un’umiltà straordinaria, ma egli non sta facendo assolutamente una lezione di umiltà. Egli sta dando una profonda indicazione. Dal profeta Osea in poi il rapporto tra Dio e il suo popolo era visto come un rapporto matrimoniale: Dio era lo sposo, e il popolo la sposa. Ma per i peccati commessi da questa sposa, questa unione si era interrotta.

Allora  Giovanni il Battista, che da molti viene scambiato per l’atteso messia, dice che colui che deve risposare il popolo di Israele non è lui, ma colui che deve venire. Ora sì che possiamo percepire davvero qual è l’umiltà di Giovanni: non quella di non essere degno di chinarsi  e slegare i sandali del Messia, ma quella di riconoscere la sua piccolezza e continuare a indicare per sempre Colui che viene.

 

? Nella mia esperienza, come aiuto i miei amici a guardare a Gesù?

Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Rafforza la nostra fede, o Padre, nel Cristo tuo  Figlio, vero Salvatore del mondo. Sia Lui la nostra guida in questo nuovo anno. Sui sentieri di pace che traccia davanti a noi, ci trovi discepoli docili all’ascolto, generosi nel dono, forti nella testimonianza. Amen.

1 Gv.2.22-28; Sal 97,1-4;  Gv. 1,19-28.