Giovedì 6 Dicembre – San Nicola, vescovo,

             Patrono della Diocesi di Nicosia.

Dal Vangelo secondo Matteo( 7,21.4-27).

I veri discepoli  

 Non  chiunque mi dice: “Signore, Signore ”, entrerà nel regno dei cieli, ma

colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.  In quel giorno molti mi di-

ranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo

nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse

compiuto molti prodigi?”.  Ma allora io dichiarerò  loro: “Non vi ho mai conosciuti.

Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.

 Perciò chiunque  ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile

a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.  Cadde la pioggia,

strariparono  i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa

non cadde, perché era fondata sulla roccia.  Chiunque ascolta queste mie parole

e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua

 casa  sulla sabbia.  Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e

si abbatterono su quella casa, ed essa cadde  e la sua rovina fu grande».  

Nella conclusione del discorso della montagna, Matteo

si concentra e propone  “il fare” del discepolo attraverso l’immagine semplice e concreta  del costruire una casa.

Il tempo e la storia personale sono l’occasione per “mettere su casa” attraverso scelte coraggiose e ben ponderate. Il credente non è tenuto in una dipendenza infantile e neppure vive aspettandosi soluzioni o facilita-

zioni, ma gli è consegnata la responsabilità di costruire il futuro. La casa e la città che verranno edificate porteranno nello stile e nella realizzazione la fantasia e l’originalità proprie del costruttore, ma si staglieranno e rimarranno grazie all’appoggio e alle fondamenta.

    La saggezza consiste nel trovare l’appoggio: la libertà e l’originalità, così come le capacità e i mezzi, hanno bisogno di fondarsi su alcune convinzioni e alcune relazioni alle qua

li puoi continuamente ritornare per ritrovare saldezza e forza nell’affrontare le vicende che sempre si presentano nella vita. L’esperienza della fede consegna al discepolo questo “appoggio”: la relazione vitale con Dio, un Dio che non invade la vicenda umana, ma la sorregge, dà spazio perchè la costruzione abbia il sapore umano, ma non fa mancare la “vicinanza” che nell’immagine viene descritta come una roccia che non si vede, ma  che rappresenta quella pietra angolare  che sostiene ogni costruzione ben progettata e ben fatta. Non sono certo le condizioni climatiche o gli imprevisti a determinare la buona riuscita, ma il radicamento. Lo spazio dell’invisibile e dello spirituale su cui poggia la realtà umana, irrora e plasma ogni realizzazione.

? L’essenziale è invisibile agli occhi, ma quanto

   Spazio gli concedo nela mia vita? 

    BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE.

     Cfr. Is. 26,1-6; Sal. 117; Mt. 7,1.24-27.