7 Marzo – Mercoledì

Terzo  annuncio della passione

  Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte

i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro:  «Ecco, noi

saliamo a Gerusalemme  e il Figlio dell’uomo sarà conse-

gnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno

a morte  e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso

e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno  risorgerà».

 Domanda  della madre dei figli di Zebedeo

 Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi

figli e si prostrò per chiedergli qualcosa.  Egli le disse:

«Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli sie-

dano  uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».  

 Rispose Gesù: «Voi non sapete  quello che chiedete. Potete

bere il calice  che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo».  

Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla

mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo:

è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».

 I  capi devono servire

 Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli.  

Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti del-

le nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono.  Tra voi                                                

non sarà così; ma chi vuole diventare grande  tra voi, sarà vostro

servitore  e chi vuole essere il primo tra voi , sarà vostro schiavo.  

Come il Figlio  dell’uomo, che non è venuto per farsi servire,

ma per servire e dare la propria vita in riscatto  per molti».

Lo condanneranno  a morte.

Gesù annunzia per la terza volta la passione immi-

nente, ma i discepoli mostrano di non avere anco-

  e Giovanni chiedono infatti di occupare i primi po-

sti nel regno di Gesù non solo per ambizione, ma

anche per gelosia verso i condiscepoli. Il Signore

risponde dicendo che la vera grandezza consiste

nel servizio prestato ai fratelli.

        BERE IL CALICE

Siamo nelle mani di Dio! Il vangelo di oggi ce lo ricorda.

Stare con il Signore non è questione di privilegi o posti

assicurati;  al contrario, stare con il Signore è fedeltà che

si rinnova nel bene per dire grazie, e nella fatica per chie-

dere aiuto. Stare con il Signore è vivere di essenzialità

e non di superfluo; è investire abbondantemente sulla

Parola di chi dalla croce ci ha salvati. Dio ha preparato

un posto per ognuno: sta a noi non vivere solo pensan-

do a come guadagnarci quel posto, ma camminare e

crescere nella prospettiva di occuparlo nel giorno della

vita, quando saremo con lui faccia a faccia, e lui sarà

carità nella giustizia. 

       L’amore di Dio e candido e delicato

           come la neve  in  inverno.

  E’ caldo come il sole  in estate

 Ti riscalda come il tepore di un cammino acceso.

Ti accoglie come il sorriso di un bambino che ride.

Ti abbraccia come il genitore più affettuoso.

Non ti lascia mai solo, stanne certo.

E tu non farlo sentire solo.